E’ morto Claudio Cecchi, guidò la Provincia per primo. Il cordoglio di Ricci e Ceriscioli

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6 luglio 2013

PESARO – Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci si unisce al dolore dei familiari, dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia e di quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo, per la scomparsa dell’avvocato Claudio Cecchi, partigiano, che fu il primo a guidare l’Amministrazione provinciale nel 1944 (su nomina prefettizia).

“La nomina dell’avvocato Cecchi – evidenzia Matteo Ricci – fu un segnale di speranza per un territorio devastato dalla guerra. La lotta  per la democrazia e per la libertà è stato il tratto che ha contraddistinto tutta la sua vita politico-amministrativa ed il suo impegno civile”.

Anche il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli esprime il suo cordoglio: “Con Claudio Cecchi scompare una delle più limpide figure di politici che forgiarono nella lotta di Resistenza al fascismo e al nazismo un rigore assoluto nella vita privata e in quella pubblica. L’esperienza della Resistenza era per lui un riferimento indelebile: fino all’ultimo non è mai mancato alle celebrazioni del 25 Aprile e della Liberazione di Pesaro. Fu quel rigore che lo  portò senza esitazione ad abbracciare le armi per liberare l’Italia, che lo fece essere un comandante sapiente ed inflessibile nei combattimenti anche più aspri e pericolosi, che lo portò a dare continuità al suo amore per la libertà e la democrazia impegnandosi nella vita politica e istituzionale per il buon governo della Provincia e del Comune, dove fu consigliere ed assessore, e poi presidente dell’azienda municipale AMANUP. E fu un amministratore sobrio e rigoroso, attento ai problemi delle persone e della città, per i quali cercava sempre soluzioni concrete. Attentissimo a fare buon uso del denaro pubblico. Sobrio nella vita pubblica come in quella privata, non ha mai rivendicato onori o ostentato potere.
La città ne onora la memoria, grata per il contributo che egli ha dato alla costruzione della Pesaro democratica e progredita in cui viviamo”.

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