di Redazione
4 luglio 2013
PESARO – Sarà Monica Maggioni, Direttrice di RaiNews24 ad intervistare venerdì pomeriggio alle 18.30, Matteo Renzi. Proprio le telecamere del canale giornalistico della Rai riprendono in diretta il pomeriggio di Popsophia, e l’intervento del politico più pop della scena italiana contemporanea. Anticipata la sua presenza al festival questo venerdì invece che sabato 6, Renzi partecipa con lo spazio di una lectio. Sveste i panni del politico puro per approcciarsi alla questione regina di Popsophia 2013, “Eroi e antieroi”, e presentare al pubblico di Pesaro il suo ultimo libro, “Oltre la rottamazione” (Mondadori, 2013). Un raccontare l’esperienza politica in forma di empiria, come una vera e propria questione filosofica. Il suo ultimo lavoro bibliografico è un manifesto del pensiero politico di Renzi, un saggio colloquiale che intende enfatizzare sul ritorno alla politica, alla gente e al suo sentire, ponendo le basi per quella rivoluzione del nuovo che può essere vista sia come atto eroico, che come atto antieroico. È al pensiero politico, sociale e culturale di Matteo Renzi, classe 1975, appartenente a quella generazione cresciuta tra cartoni animati giapponesi e Happy Days, che Popsophia dedica un affresco della contemporaneità politica, eleggendo proprio il primo cittadino di Firenze a simbolo di quella dicotomia della critica che si arrabatta nel definirlo ora eroe e ora antieroe dell’Italia politica di oggi.
Ma nell’ambito della terza edizione di Popsophia Festival del Contemporaneo, dal tema “Eroi e antieroi”, venerdì 5 luglio Popsophia si torna ad approfondire uno dei filoni di indagine filosofica più avvincenti: il calcio.
Al gioco più amato al mondo vengono dedicati due appuntamenti.
Si parte alle 19, nei sotterranei della Rocca con “Vita da mediano, la metafora del calcio”, un confronto tra il giornalista Massimo Raffaeli e il filosofo Giancristiano Desiderio, coordinati dalla firma del Corriere della Sera, Corrado Ocone.
Alle 21.30, nel cortile, dopo l’introduzione tematica de “Il Punto” del giornalista di La7 Paolo Pagliaro, l’appuntamento è con “La filosofia del campione”. Il filosofo Elio Matassi e il giornalista Amedeo Goria, discutono di calcio in compagnia di un vero campione, José Altafini.
I focus sugli appuntamenti.
Ore 19. Vita da mediano, la metafora del calcio
Nel libro “Il divino pallone. Filosofia dei piedi da Platone a Totti”, l’autore, Giancristiano Desiderio si chiede come mai Sartre amava dire che il calcio è una metafora della vita, Wittgenstein giunse alla svolta del suo pensiero guardando una partita di calcio, Merleau-Ponty spiegava la fenomenologia parlando di calcio. La conclusione a cui giunge è che il calcio si basa sul principio del controllo di palla e del rimetterla in gioco subito dopo. “Controllo e abbandono sono i due principi del calcio e della vita. La filosofia, come gioco della vita, si basa su regole calcistiche: per filosofare bisogna saper mettere la vita in gioco”. Questo meccanismo è il nucleo fondamentale da cui partire per interpretare il calcio non semplicemente come una metafora, ma come “un paradigma cognitivo che con la sua connaturata idea di pluralità dà scacco matto al fenomeno politico più drammatico della Modernità: il totalitarismo. Hitler e Stalin pretesero di controllare tutto e ci riuscirono. Pretesero di controllare anche il pallone. E persero.”
A questa idea eroica del gioco del calcio si contrappone l’intervento di Massimo Raffaeli.
Il suo intervento andrà a delineare tutte le dubbie e discutibili radici che legano il giuoco del calcio alla metafisica dell’eroismo. Raffaeli eserciterà nel suo inedito intervento sul tema, una critica dell’eroismo e parlerà del calcio come “luogo” antieroico. A supporto della sua tesi, l’esperienza letteraria di molti scrittori che hanno parlato del calcio in questi termini.
Ore 21.30. La filosofia del campione
In “Pensare il calcio” il filosofo Elio Matassi sottolinea come la società nel suo complesso e, dunque, anche il calcio, hanno bisogno di cure che prima di essere semplicemente economiche, siano etiche, culturali e dunque filosofiche.
È in questo contesto che si colloca “La filosofia del campione”, una discussione che si avvia a partire dalla considerazione che lega la squadra alla formula hegeliana dello Stato come “das Erste”, ossia primo principio da cui si tenta di concettualizzare il primato della totalità-squadra sulle parti-giocatori. Come spiega il filosofo Elio Matassi infatti “I giocatori vengono prima della squadra di calcio, dal momento che senza i giocatori una squadra non potrebbe neppure esistere, ma se i giocatori (le parti) nel loro gioco non realizzano se stessi all’interno della squadra (la totalità), questa non potrebbe mai essere vincente ed esprimere il suo primato in un gioco irresistibile e avvincente”. Allo stesso modo mutuando da Kant la formula “La vera creatività è quella che si fonda sulle regole”, spiega Matassi, “L’individualità del fantasista della squadra può cercare soddisfacente interpretazione nel rapporto tra genialità e norma”.
A tali questioni, si aggiungono le riflessioni su quella che oggi appare come una perdita delle origini etico-eroiche di questo sport. Un dibattito teso tra gioco e riflessione alta nel quale Popsophia prova ad uscire dal cerchio dell’autoreferenzialità filosofica, attraverso la formula di Mourinho, in questo caso riveduta e corretta (con la somma scienza al posto della parola “calcio”), “Chi sa solo di filosofia, non sa nulla di filosofia”. Accanto al filosofo, il giornalista Amedeo Goria, e un vero campione, José Altafini. Anche lui, come Matassi, si sofferma su alcuni allenatori e parla di Mourinho come di “un allenatore che ravviva la sfida”, e che ha fatto tornare l’Inter al periodo d’oro di Helenio Herrera.
Sta a loro definire l’identikit del campione e come il suo agire cambia le dinamiche di gioco e l’approccio etico sul rettangolo verde.