Al San Salvatore scoperto un “cartello” delle badanti. Indagate in 8 per violenza privata e intermediazione illecita del lavoro

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4 luglio 2013

PESARO - Indagini della Guardia di finanza nel settore dell’assistenza sanitaria. Stop al “cartello” delle badanti presso l’ospedale  San Salvatore. Indagate otto persone per violenza privata e intermediazione illecita del lavoro. Centinaia di migliaia di euro occultati al fisco, che hanno consentito a un’operatrice di acquistare ben quattro appartamenti e concedersi un elevato tenore di vita.

Le Fiamme Gialle della compagnia della Guardia di Finanza di Pesaro hanno posto fine all’annoso problema relativo all’organizzazione abusiva del servizio di assistenza ai pazienti ricoverati all’interno del nosocomio cittadino da parte delle badanti.

Infatti, è stata scoperta una vera e propria organizzazione, riconducibile a un ristretto numero di badanti pesaresi, che, abilmente inserita  in tale nosocomio, riusciva ad intercettare tutte le richieste di assistenza privata formulate dai pazienti e dai loro familiari, bypassando la procedura di selezione dagli elenchi delle badanti autorizzate, messi a disposizione dall’azienda ospedaliera “San Salvatore”, in palese violazione a norme e regolamenti.

Le operatrici facenti parte di tale organizzazione, attraverso un vero e proprio sistema monopolistico, riuscivano a garantirsi un lavoro stabile e quotidiano mentre per le altre – prevalentemente extracomunitarie – al di fuori del gruppo ristretto non rimaneva altro che accontentarsi di qualche sporadico turno di assistenza, grazie soltanto al benestare della responsabile dell’accolita.

Non solo. Quando quest’ultima assegnava un’assistenza ad operatrici esterne al gruppo, veniva loro intimato di “restituirla” a una ”associata”, qualora quest’ultima si fosse resa disponibile, anche contro la volontà dello stesso paziente assistito.

La continua  pressione psicologica causava, nelle lavoratrici che avevano estrema necessità di essere impiegate, una completa sottomissione alle scelte organizzative imposte dalla consorteria di badanti indagate e dalla sua responsabile.

L’ipotesi investigativa è stata confermata dalle ammissioni di numerose operatrici che, stanche delle continue vessazioni, hanno rotto il muro di omertà che si era costituito all’interno della struttura, collaborando fattivamente con i Finanzieri, i quali sono riusciti a ricostruire minuziosamente il sistema di sfruttamento del lavoro costituitosi all’interno del San Salvatore.

Nei confronti del “capo” del gruppo e delle altre operatrici compiacenti sono emersi profili di responsabilità penali per violenza privata ed intermediazione illecita del lavoro, al vaglio dell’autorità giudiziaria pesarese.

Sono inoltre in corso accertamenti di natura fiscale e bancaria tendenti a recuperare a tassazione gli effettivi e cospicui guadagni nascosti al Fisco, il cui ammontare, da una prima stima, è pari a diverse centinaia di migliaia di euro.

Una di queste badanti, proprietaria di tre appartamenti, ha movimentato nel proprio conto corrente, in poco tempo, circa 300 mila euro, acquistato un’unità abitativa per circa 200 mila euro, senza accendere alcun mutuo, ed era solita concedersi lussuose vacanze-crociere.

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