Arrestati per rapina a Fano padre e figlio della dinastia della Banda della Magliana. Traditi dal tatuaggio di una rondine

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27 giugno 2013

PESARO – Nei giorni scorsi, a conclusione di prolungate indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Pesaro del Reparto Operativo, diretti dal Ten. Col. Sommese Antonio e dal Luogotenente Gino Procida, già impegnati nelle complesse inchieste relative agli efferati delitti che hanno particolarmente colpito questa Provincia, destando notevole allarme sociale nella popolazione, vedendo dapprima coinvolta la giovane avvocatessa ANNIBALI Lucia (16.04.2013), sfregiata al volto con dell’acido e successivamente l’assassinio dell’imprenditore Andrea FERRI (04.06.2013), attinto in faccia da diversi colpi di pistola, hanno tratto in arresto, in esecuzione di Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Pesaro, dr. R. Cormio, i pregiudicati VIRGUTTO Daniele, 48enne e suo figlio VIRGUTTO Giancarlo Niccolò, 23enne, entrambi residenti a Fiano Romano (RM), responsabili della rapina perpetrata il 14 settembre 2011, in Fano, località Bellocchi, ai danni della Banca Credito Cooperativo di Fano. All’epoca i due soggetti, parzialmente travisati, fecero irruzione armati di taglierino e, dopo aver minacciato le numerose persone presenti nella banca, riuscivano ad impossessarsi della somma contante di € 15.000 circa contenuta nelle casse della filiale.

I carabinieri di Pesaro con i soldi frutto della rapina

I carabinieri di Pesaro con i soldi frutto della rapina

VIRGUTTO Daniele (figlio di Giancarlo Virgutto, già appartenente alla “Banda della Magliana”), personaggio assai noto agli organi investigativi, negli anni si è fatto conoscere per le innumerevoli “incursioni in banca”, venendo considerato come vero e proprio rapinatore seriale.

In questa provincia era già stato arrestato il 16 gennaio 2009, subito dopo aver rapinato la Banca Popolare di Ancona, agenzia di Urbania. Lo stesso, all’epoca della rapina di Bellocchi risultava essere latitante, poiché nel mese di luglio 2011 si rendeva irreperibile dal luogo di detenzione domiciliare, collocato presso una struttura sanitaria di Formia (LT), ove stava scontando la pena di 17 anni, per duplice tentato omicidio.

 

Dalle immagini della rapina di Bellocchi, emergeva che uno dei malviventi (Giancarlo Niccolò), nonostante il travisamento, aveva dei tatuaggi, non perfettamente visibili, su entrambi i lati del collo. I successivi accurati accertamenti, posti in essere da parte del personale del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Pesaro, riuscivano a stabilire che i tatuaggi impressi raffiguravano una “Rondine”, come quella appunto il VIRGUTTO Giancarlo Niccolò si era fatto tatuare sul collo. Risultato questo confortato, tra l’altro, anche dai mirati esami dattiloscopici tra le impronte parziali rilevate sul luogo della rapina con quelle del 23enne non lasciavano dubbi circa le responsabilità di quest’ultimo.

Nello stesso periodo di latitanza, il 9 settembre 2011, padre e figlio si sono resi autori di una ulteriore rapina in Modena, in danno della Banca di San Geminiano e San Prospero.

Probabilmente VIRGUTTO Daniele aveva pensato bene di non dilapidare la sua comprovata esperienza criminale, trasmettendo i suoi “insegnamenti” al figlio che, nonostante la sua giovane età, può vantare un “curriculum” di tutto rispetto, simile a quello del padre e del nonno. Infatti, mentre il padre veniva arrestato pochi giorni dopo il 16.9.11 in Città di Castello (PG), dai Carabinieri di Anzio (Roma), il figlio proseguiva nelle scorribande in altri istituti di credito ubicati nelle regioni del Veneto, Umbria e Liguria, per finire poi arrestato nel giugno 2012, dopo aver perpetrato una ennesima rapina in una banca a Pontremoli (MS).

Le misure cautelari in questione sono state eseguite: in Massa Carrara e Roma, ove rispettivamente VIRGUTTO Giancarlo Niccolò si trovava detenuto, mentre VIRGUTTO Daniele si trovava agli arresti domiciliari, presso la Comunità Terapeutica denominata “Villa Letizia” di Roma.

 

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