Asili nido di Pesaro, la denuncia delle educatrici: “Da orgoglio della città a servizio sempre meno accessibile”

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25 giugno 2013

PESARO – Le educatrici degli asili nido al termine di un’assemblea hanno voluto scrivere una lettera aperta nella quale denunciano come nel gioro di pochi anni quello che era un fiore all’occhiello dell’Amministrazione stia diventanto un servizio sempre più scadente, non più in grado do garantire la qualità e la professionalità di chi vi lavora. Oltre alla penalizzazione delle famiglie, in una fase come questa, dove, è risaputo, sono le fasce deboli a pagare il prezzo più altro.

“Gli asili nido di Pesaro sono stati fino ad oggi motivo di orgoglio per l’Amministrazione – scrivono le educatrici – e tutta la cittadinanza, una prove concreta delle buona gestione della cosa pubblica nella quale al primo posto troviamo l’educazione e la cura dei piccoli.

In questi anni il Comune di Pesaro, ha offerto servizi di alta qualità, accogliendo bambini e famiglie ben oltre le percentuali obiettivo dell’Unione Europea, per la fascia 0-3 anni. Ma le cose sono cambiate, peggiorate e il vuole denunciare come la qualità dei servizi all’infanzia di Pesaro, é attualmente messa a rischio dalle scelte dell’Amministrazione e dell’assessorato ai Servizi educativi. Le attuali esigenze di bilancio, le economie e i tagli cui i servizi pubblici sono stati sottoposti, nonché il calo delle domande di iscrizione al servizio, che sono certamente reali e drammatiche, non giustificano, a nostro avviso le scelte dell’amministrazione che rischiano di compromettere l’intero sistema pubblico di offerta del servizio asili nido.

In questo momento, i bambini fino a 14 mesi non hanno la possibilità di accedere al servizio pomeridiano e quelli più grandi, possono usufruirne, solo se entrambi i genitori lavorano. Ancora più grave è che, le nuove modalità di iscrizione previste per i nidi, hanno ridotto complessivamente 29 posti bambino nel servizio a gestione diretta e, fino a settembre, vista la mobilità delle graduatorie e del sistema d’iscrizione messo in atto, non si saprà quale potrà essere l’offerta reale dell’amministrazione, cosa che, in tempo di crisi e di lavoro precario, soprattutto femminile, rende il servizio pubblico ancora meno accessibile.

Vogliamo sottolineare come la qualità dei servizi dipende da una serie di fattori. La professionalità del personale e la stabilità del gruppo di lavoro, la formazione, la figura e lo spazio di riferimento, e non ultimo la possibilità che l’educatrice possa lavorare stabilmente con il suo gruppo di bambini. Nonostante l’amministrazione abbia accolto la nostra richiesta di formare una graduatoria per le supplenze lunghe (maternità, aspettative, …) per le sostituzioni più brevi l’amministrazione vuole attuare un sistema di sostituzioni interne, che prevede l’utilizzo delle educatrici di ruolo come supplenti, sottraendole ai loro plessi e di fatto, svalutandone la professionalità. Viene così minato lo stesso impianto pedagogico dei nidi, che si fonda sull’educatrice di riferimento, la quale è responsabile della cura di un piccolo gruppo di bambini, rappresentando il punto di riferimento costante per i piccoli e per le famiglie.

Alle nostre proposte di riorganizzazione del servizio è stato opposto un rifiuto nel nome di scelte “economicamente sostenibili”. Noi chiediamo invece che si facciano scelte sostenibili sul piano educativo e professionale, oltre che economico e di risparmio, che mettano il servizio pubblico nella condizione di poter esercitare ancora il suo ruolo di riferimento per tutte le realtà circostanti. Come educatrici chiediamo di poter esercitare ancora con orgoglio, la nostra professione.

 

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