di Redazione
18 giugno 2013
CAGLI - Il movimento locale e trasversale Fronte di Azione Popolare Pesaro e Urbino interviene ancora sulla questione sanità e lo fa duramente, chiamando di nuovo in causa i sindaci. Afferma il presidente del Fap Giacomo Rossi: “Ora che i dati sullo smantellamento dei presidi ospedalieri dell’entroterra sono certi, cosa faranno i nostri politici? Cosa faranno quei sindaci della comunità montana del Catria e Nerone che con delibera comunitaria avevano chiesto le dimissioni della giunta regionale qualora non fosse stata ristabilita la situazione sanitaria precedente alla riforma? Che cosa ne faremo ora delle inutili autosospensioni dal Pd di diversi amministratori locali? Insieme ad una giusta protesta portata avanti da cittadini in buona fede, abbiamo subito mesi di teatrini e passerelle politiche che alla fine non hanno portato nulla, se non false rassicurazioni atte a governare la dilagante protesta. Addirittura c’era chi cantava vittoria! E ora? I nostri ospedali di Fossombrone e Cagli perdono pezzi, preludio di una morte definitiva e a breve termine, messa in moto dal Pd insieme alle sue società sanitarie private. E intanto l’entroterra è cornuto e pure mazziato!”.
Continua Rossi: “Oramai le proteste non servono più ed è da un pezzo che non servono. Eventuali ricorsi legali appaiono di improbabile impugnatura. Rimangono solo tre cose; che i cittadini iscritti ai partiti di maggioranza brucino le tessere, che i sindaci facciano fronte comune contro la Giunta chiedendone le dimissioni ufficiali e che i cittadini, tra due anni, possano con il loro voto mandare a casa una maggioranza regionale deleteria, con la speranza che una nuova giunta illuminata possa ristabilire il gusto diritto alla sanità in tutte le zone della regione. Tutto il resto ora sono chiacchiere”.