Dopo l’anteprima a Cagli, “Ultimo Binario” ricomincia da “Ville e Castella” a Sorbolongo

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11 giugno 2013

CAGLI – La prossima volta sarà Sorbolongo a sentire La Voce della Gente. Ma in programma c’è già una data a luglio e molte altre sono in definizione. Il tour teatrale di Ultimo Binario è partito. Dopo l’anteprima a Cagli, il gruppo cagliese per quattro quinti si esibirà, domenica 16 giugno alle 21, sul palco del festival nazionale Ville e Castella.

“L’idea è girare i piccoli teatri per un anno – spiegano Francesco, Giuseppe, Francesco, Emanuele e Ilaria -. Ovviamente dandoci delle regole, visto che due di noi hanno figli e gli altri studiano. Abbiamo deciso di non fissare date durante la settimana, per esempio e di appuntarle con anticipo, per dare a tutti il tempo di organizzarsi. Inoltre, non passeremo fuori più di due weekend al mese”.

Perché Ultimo Binario e La Voce della Gente sono progetti che non vogliono prescindere da tutto. Sono progetti possibili solo se non devono trascurare quella gente che è parte della loro vita, oltre che delle loro canzoni. Quella gente che li ascolta, perché sa di essere ascoltata.

“La Voce della Gente – spiega il gruppo – è quella di tante persone, gran parte scomparse, che quella voce non hanno potuto usarla abbastanza. Che hanno lasciato dietro sé un non detto che in molti, invece, vorrebbero ascoltare. O, per lo meno, che a noi è servito ascoltare e che abbiamo deciso di raccontare ad altri”.

Eccole, allora, alternarsi sul palco, quelle voci. Quella della moglie del pescatore, che attende sulla spiaggia buia, mescolarsi con quelle dei minatori di Marcinelle, che nel buio hanno imparato a vivere e hanno dovuto morire.

L’amico scomparso, la madre che ha visto uccidere il figlio tra le voci di uno spettacolo fuori dal coro, che scende dai palchi dei pub per tuffarsi in luoghi più raccolti, dove quelle voci si possono ascoltare e non solo sentire.

Ma La Voce della Gente è anche un altro modo per imbattersi in persone e storie che, per caso, un giorno, potrebbero capitargli davanti. Perché è il caso che unisce il gruppo prima e il progetto poi, mescolando le diversità e facendo passare per sensibilità differenti (umane e professionali) quelle voci e quelle persone. In un modo che appare un po’ folle e in un tempo che sembra passato. Tenuto insieme dalla voglia di raccontare, con emozioni e suggestioni a fare da filtro e a dettare i ritmi: sono loro a guidare le parole che, a loro volta, guidano la musica.

Provando a crescere ogni giorno un po’. “Artisticamente – spiegano – abbiamo avuto diversi momenti di crescita. Lo spettacolo è stato l’ultimo: abbiamo scelto di lasciare i pub per i teatri, con uno spettacolo fatto di recitazione e musica. Oltre che con un regista”. Ma ciascuno di loro ha dato al gruppo a agli altri un po’ di sé, crescendo, sempre in gruppo. Età che passano per due generazioni, professionalità e attitudini differenti, una donna in mezzo a quattro uomini, sono solo alcuni degli ingredienti di un insieme che, ormai, non può più andare da solo.

“Mettendo davanti a tutto il nostro progetto. Che stiamo pensando di finanziare tornando a fare le serate. Senza la nostra musica, però, ma con una scaletta fatta di grandi cover e un duplice obiettivo: finanziare economicamente lo spettacolo e acquisire scioltezza e spontaneità sul palco”.

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