Servirebbe un Sandro Pertini

di 

1 giugno 2013

L’altra sera, Tele2000, a tarda notte, ha riproposto un Sandro Pertini d’eccezione: l’incontro dell’allora presidente della Repubblica, a Urbino, con i giovani universitari.

Quello che impressiona e che ci manca, a distanza di anni, sono il tenore delle sue risposte: nette, senza giri di parole, forti e convinte, cariche di passione, modernamente semplici. A quelle parole potevi crederci mettendo la mano sul fuoco. Erano un impegno col popolo di cui Pertini faceva parte. Ai ragazzi di Urbino, eravamo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, parlò dei problemi di allora, in piedi, tra loro. Parlò soprattutto di terrorismo e droga. “Cosa ne penso della droga? Che per i drogati che la subiscono ci devono essere strutture adeguate per aiutarli ma per chi spaccia, invece, ci deve essere il carcere senza pietà. Cosa ne penso del terrorismo? Che con loro non si deve trattare. Mia moglie lo sa: dovesse capitare a me, dovessero rapire me, io non tratterei mai. E non cederei mai a loro, nemmeno sotto tortura”.

Il presidente della Repubblica che più si è sforzato di recuperare il valore del 2 giugno è stato, non a caso, Sandro Pertini nel 1985. L’ha riporta ai Fori, sfidando ambientalisti e i contestatori. Con lui aveva un significato reale, con altri a distanza di anni meno.

“Non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale – spiegava – come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero”.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>