Pierotti e Oana in compagnia dei lupi

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9 maggio 2013

PESARO – Un’altra puntata del diario di viaggio verso i grandi santuari della religione cattolica.

Oana è una stupenda compagna di viaggio per Raffaele

Oana è una stupenda compagna di viaggio per Raffaele

Lunedì 6 maggio, ad un mese dalla mia partenza riprendo la strada, con i piedi un po’ indolenziti e, seguendo l’asfalto attraverso il comune di Borzonasca dove faccio rifornimento di viveri e ricarico la batteria del telefono. Mi dirigo verso la costa per poi tornare a girare a nord ed evitare così Barbagelata e Passo della Scoffera, posti inospitali per Oana.

Per evitare la Strada Provinciale prendo una meravigliosa ciclabile che mi porta a conoscere due persone gentilissime, Armando e Nadia, e i loro stupendi cavalli.

Oana viene trattata come una reginetta con un bel carico d’erba, vicino ai suoi simili. Parto il mattino presto senza poterli salutare di persona per un lungo tratto che mi porterà a Genova, nell’immediata periferia, nella città e terra natia di Berardi e Milazzo, per poi riprendere la direzione Aggio e Creso dove posso immettermi nell’Alta Via, una parte vicina alla costa.

A Creto mi ospita Augusto, nel suo agriturismo e mi mette a disposizione ogni servizio con la massima generosità. Alì, il giovane marocchino che lavora per lui, mi cucina un piatto di tagliatelle al ragù con tanto peperoncino…

Mercoledì 8 maggio. Dall’agriturismo posso nuovamente immettermi sull’Alta Via con un inizio di giornata splendido. Dal monte Sella, sopra Creto vedo il Golfo di Genova sotto quel velo di bruma mattutina.

E’ una giornata in cui incontro tanta gente. Franco, in “meditazione” su un prato mi informa di ciò che è accaduto nella notte. Lui lavora al porto e per l’incidente nessun operaio lavora quella mattina. Mi accompagna per un po’. Poi incontro diverse donne anziane, zaino in spalla e veloci nel camminare. E’ un percorso vario, con quasi ogni tipo di strada. Un lunghissimo tratto lo percorro in Piemonte, nel Parco Naturale delle Capanne di Mercarolo, in parte provincia di Alessandria. Un percorso e un panorama che ricordano un vecchio sentiero indiano, di quelli che si trovano ancor oggi nelle Montagne Rocciose, nello Yosemite, nel Brice Canyon…ondate di nebbia, prati d’alta quota, fatte di lupo in quantità, con evidenti segni che il loro pasto attuale sono i cinghiali.

Una cavalla e un puledro ci vengono incontro. La mamma galoppa attorno a Oana per farle vedere quanto è bella e virtuosa. E si sale, incontrando altri escursionisti in un paesaggio desolato e roccioso. Metterebbe paura a trovarsi lì con nebbia fitta, temporale e venti. Infatti qualcuno rientra in fretta.

La cavalla è magnifica. Sceglie la strada tra i grossi sassi, si arrampica senza fretta sugli alti scalini di roccia naturali, i suoi ferri sprigionano scintille e si avverte l’odore di bruciato. Il Lago Lungo compare all’improvviso nella conca in basso e dona un ulteriore tocco di magnificenza all’ambiente. Incontro altri francesi che si recano ad Assisi, altri due italiani che si occupano della rete sentieristica locale. Poi finalmente, dopo 9 ore di viaggio, arrivo al rifugio Colla di Praglia. Nel suo grande recinto metto a riposare Oana mentre io mi dispongo sotto il portico. Al cadere del primo buio e poco prima si sentono i lupi abbaiare o litigare tra loro. Si preparano per andare in caccia? Non so.

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