Nardelli (Scelta Civica) attacca il Comune: “Sull’Imu è venuto meno al patto sociale”

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30 aprile 2013

Massimiliano Nardelli

Massimiliano Nardelli, consigliere comunale del Pdl

di Massimiliano Nardelli*

PESARO – Con l’innalzamento dell’aliquota IMU sulle locazioni a canone concordato dallo 0,4 allo 0,76 per cento l’Amministrazione comunale, per meri fini di cassa, è venuta meno al patto sociale che reggeva la politica della casa del nostro Comune.

Lo spot elettorale della diminuzione dell’IMU prima casa dello 0,1 per cento, reso poi inefficace dal provvedimento del governo Letta, è stato ampiamente superato dal raddoppio degli affitti sui patti in deroga che andranno a penalizzare oltre 1.500 proprietari di abitazioni che, nel rispetto della legge, avevano stipulato contratti ad aliquote agevolate – come prima casa – previsti e votati dal consiglio comunale come forma di potenziamento delle agevolazioni fiscali, favorendo la diffusione di accordi territoriali con le organizzazioni sindacali degli inquilini e dei proprietari.

Con l’emendamento presentato dai rappresentanti di Scelta Civica per riportare l’aliquota di questi contratti concordati al livello della prima casa (0,39 per cento) volevamo ristabilire una situazione di giustizia di quello che è un vero e proprio attacco alla politica della casa del nostro Comune.

Se ci sono stati abusi è giusto verificarli e al limite sanzionarli poiché l’Ufficio Tributi del Comune è in grado di sapere, per mezzo delle dichiarazioni IMU presentate, chi sono le persone che hanno stipulato tali contratti ma questo provvedimento non può essere generalizzato andando a penalizzare chi aveva deciso per esempio di affittare la propria seconda casa ad un figlio o ad un familiare.

Discorso analogo vale per le imprese che sono state completamente dimenticate e snobbate in sede di previsione di agevolazioni IMU. Il nostro Comune, fortemente colpito dalla crisi economica di questi ultimi anni, ha una forte presenza di capannoni sfitti perché le aziende hanno dovuto sospendere l’attività o addirittura hanno dovuto chiudere. Ma la chiusura di un’attività non presuppone che non si debba più pagare l’IMU che comunque rimane in carico all’azienda. Questi erano i casi da salvaguardare che i nostri amministratori, ripeto per esigenze di cassa, hanno voluto ignorare.

*Consigliere comunale Scelta Civica

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