La senatrice Fabbri a Letta: “Ci ha lasciato 3 punti chiave: realtà, identità e lavoro”

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30 aprile 2013

Camilla Fabbri, eletta al Senato col Pd

di Camilla Fabbri*

ROMA – Il discorso del presidente del Consiglio Enrico Letta al Senato ci ha lasciato tre punti chiave di cui fare tesoro per il lavoro parlamentare che – finalmente – potremo cominciare a pieno regime. Mi riferisco ai principi di realtà, identità e valorizzazione del lavoro a 360 gradi.

Innanzitutto lo spirito di realtà e realismo rispetto al momento che stiamo vivendo, sia sul piano sociale che politico. Tutti noi avremmo preferito una realtà diversa da quella attuale, ma dobbiamo sviluppare la capacità di innervare i nostri valori in questo contesto, senza inseguire utopismi. La politica non può permettersi di rinviare ulteriormente le risposte che il Paese attende ormai da troppo tempo. E’ ovvio che le condizioni politiche probabilmente non consentiranno la risoluzione di tutti i temi in agenda, ma sul piano dell’arginare la crisi, rilanciare lo sviluppo, rifinanziare gli ammortizzatori sociali, fare chiarezza sul nuovo assetto e ruolo degli enti locali - oltre alla preminente questione della revisione della legge elettorale – siamo obbligati a metterci, con spirito di coesione e sinergia, tutti attorno ad un tavolo senza arroccarci sulle rispettive posizioni.

Qui mi collego al secondo punto del discorso di Letta che mi ha profondamente colpito e motivato: quello dell’identità di Paese nel quale siamo chiamati a risconoscerci lavorando per la costruzione di un cantiere comune, lasciando da parte i timori personali e di partito. Un sistema Paese che parte dalle caratteristiche della squadra di Governo che lavorerà con il Parlamento per tessere una tela il più possibile simmetrica. Un’identità che è anche orgoglio e ci riporta a confrontarci con le istanze richieste dai territori da noi rappresentati e con i quali ci confrontiamo, con la necessità di dare risposte specie sui temi del lavoro, settore nel quale ho impegnato la totalità del mio percorso professionale e che mi vedrà impegnata in aula nella Commissione Industria-Commercio-Turismo.

L’agenda è vasta e va ordinata secondo il metodo indicato da Letta: il riordino della rete complessiva del nostro welfare, partendo dal lavoro giovanile e confrontandoci con i modelli europei, visto il forte carattere europeista del nuovo esecutivo; inoltre il tema dello scarso investimento nella piccola imprenditoria che sta caratterizzando sempre più le famiglie italiane, che conduce ad un conseguente abbassamento dei consumi portandoci all’attuale stato di recessione.

Se dal Parlamento – in sinergia con il Governo – usciranno parole di fiducia potremo aspirare a dare risposte positive ai bisogni dell’Italia. Come ha detto Letta, “o guardiamo al lungo periodo con passione, oppure rischiamo di mandare in frantumi il progetto ventennale di Europa comune, non solo in termini monetari ma anche politici”. Se si continuerà a curare solo l’aspetto economico europeo, il resto del sistema non riuscirà a dare risposte utili a strutturare il progetto. Ma su questo aspetto, mi si consenta per il clima respirato in questi giorni in Parlamento, di esprimere un messaggio di ottimismo e speranza, consapevole che dovremo impegnarci per spiegare il perché di questa scelta, non rinunciando ai nostri valori e alla nostra identità ma anteponendo un atteggiamento responsabile e cooperativo per il bene del Paese e della nostra comunità.

*Senatrice Pd

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