“Con” e la mobilità sostenibile inesistente

PESARO – Nelle nostre case è arrivato “Con”, il notiziario di informazione del Comune di Pesaro. L’edizione di aprile è stata dedicata alla mobilità…

Con il titolo “Il fine semplifica i mezzi”, il Comune racconta: “Quello della mobilità è senza dubbio uno dei percorsi più organici del Comune di Pesaro degli ultimi venti anni. Un percorso che oggi ci consente di spostarci con maggiore rapidità, razionalità, sicurezza. Grazie alle ciclabili, ai parcheggi scambiatori, ai bike sharing, alle navette e a numerose altre iniziative, Pesaro vuole diventare sempre più la città della mobilità sostenibile. Per la gioia di tanti che usano sempre meno l’auto, sempre più la testa e i mezzi alternativi. A vantaggio dell’ambiente e della qualità della vita”.

Tante belle parole, ma solo tali per quanto riguarda la sicurezza, di tutti, dei ciclisti e dei pedoni.

La scorsa estate, l’allora questore Italo D’Angelo, promosse una campagna mirata al rispetto delle regole. Ricevette critiche, proteste, sberleffi. Ci fu addirittura chi organizzò manifestazioni contro, perché in Italia le regole si pretendono (per gli altri), ma non si rispettano.

A “Con”, soprattutto al Comune e in particolare agli assessori alla Mobilità, Andrea Biancani, e alla Polizia Municipale, Riccardo Pascucci, proponiamo due immagini scattate oggi. La prima riguarda la sicurezza dei ciclisti, messa a repentaglio da automobilisti che parcheggiano sulle piste ciclabili; la seconda, la sicurezza dei pedoni, ignorata da ciclisti che pedalano sul marciapiede.

 

E’ vero che l’educazione civica è stata cancellata dalla scuola e dalle famiglie, ma non dovrebbe essere ignorata dalle forze dell’ordine. Invece, nella città (ma non accade, purtroppo, solo a Pesaro) in cui “tanti usano sempre meno l’auto” (onestamente non ci sembra; basta osservare i mezzi pubblici vuoti e i veicoli a quattro ruote che circolano con una sola persona a bordo), i ciclisti preferiscono il marciapiede alle piste ciclabili. E gli automobilisti ignorano i diritti di chi va in bicicletta. Così, quelli che stanno peggio sono i pedoni.

Il Comune farebbe meglio a evitare proclami e ad intervenire per risolvere una situazione ogni giorno meno sostenibile.

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