Fano-Grosseto, Pd Alto Metauro: “E78 Fano-Grosseto, si deve fare non c’è più tempo…”

 

 dal Pd zona Alto Metauro riceviamo e pubblichiamo:

FANO – Il Partito Democratico dell’Alta Val Metauro è orgoglioso che la Provincia di Pesaro Urbino e la Regione Marche siano riuscite nell’intento di suscitare interesse attorno alla realizzazione della Fano-Grosseto. Il risultato è anzitutto una grande conquista delle amministrazioni locali, delle popolazioni e delle forze politiche, come il Pd, che per tanti anni si sono impegnate per accendere i riflettori sulla grande incompiuta “Strada dei due Mari”, arrivando perfino a occupare la Guinza.

 

La Fano-Grosseto è un’infrastruttura strategica per l’entroterra che permetterà di far ripartire lo sviluppo industriale e turistico del territorio, mettendolo in comunicazione diretta con Umbria e Toscana. Cambierà la nostra visione di sviluppo permettendoci di intessere relazioni con le regioni aldilà dell’appennino, aprendo la strada ad investimenti e connessioni territoriali più agevoli.

In un tempo segnato da una profonda crisi economica questo assume ancora più importanza. Siamo consapevoli che completare l’opera ha dei costi, ma non c’è più tempo: la strada si deve fare, perché anche il non averla realizzata ha avuto già dei costi in termini di occupazione e lavoro per i cittadini.

 

Il Consorzio di Aziende ha presentato delle variazioni al tracciato originale della Fano Grosseto, con lo scopo di ridurre le spese di realizzazione: la prima, riguarda la piana tra Fermignano e Urbania, interessando direttamente le frazioni di Ca’ L’Agostina e San Silvestro; la seconda interessa Mercatello sul Metauro.

 

In tal senso esprimiamo delle forti perplessità: nel metodo, perché così facendo c’è il rischio di rimettere in discussione un grande lavoro di concertazione costruito in tanti anni tra Comuni e Provincia sul tracciato ottimale per l’opera; nel merito, perché le due varianti proposte erano già state discusse e bocciate dalle amministrazioni locali durante la stesura del progetto a causa l’enorme impatto ambientale che avevano sui territori, per l’inquinamento acustico e luminoso, per l’intaccamento del paesaggio rurale a bassa antropizzazione e, per quella di Mercatello, per la eccessiva  vicinanza al centro abitato.

 

Crediamo che sia necessario riaprire un momento di confronto tra Regione, Provincia e i Comuni interessati per permettere la valutazione di tutte le possibili alternative che possano evitare le due proposte di modifica al tracciato perché riteniamo indispensabile  tornare al progetto originario ormai accettato da tutti e già inserito di fatto negli strumenti urbanistici.

Siamo coscienti, oggi più che mai, che nella realizzazione di una grande infrastruttura, l’accordo del territorio sul tracciato rappresenti uno degli ostacoli più difficili da ottenere. Non possiamo quindi sprecare il grande lavoro di concertazione fatto in questi anni che ha prodotto un solido accordo sul tracciato.

Siamo convinti che ripartire con una nuova concertazione territoriale su un nuovo tracciato, rappresenterebbe un ostacolo insormontabile che allontanerebbe definitivamente la realizzazione di quest’opera tanto voluta dai cittadini.

 

 

Il Consorzio di Aziende ha assicurato di terminare i lavori nei dieci anni successivi dalla posa della prima pietra. Dobbiamo rilevare che la E78 verrà trasformata in autostrada e che il pedaggio come per tutte le autostrade nazionali, è fonte di finanziamento diretto per la realizzazione dell’opera. La soluzione presentata riguardo ai caselli avrà le caratteristiche del pedaggiamento elettronico a distanza e portali free-flow (flusso libero) dove non è necessario fermarsi, una sorta di telepass. Questo significa che si avrà ogni interesse a non chiudere le uscite, ma bensì a mantenere quelle esistenti o crearne di nuove per l’ovvio motivo che il concessionario avrà tutta la convenienza a che la strada venga usata.

Il progetto riporta anche la possibilità di speciali tariffazioni con pedaggi che dovranno essere molto ridotti per i percorsi locali ai residenti perché, come nel caso della linea ferroviaria, non riteniamo giusto che si debba pagare per arrivare ad infrastrutture pubbliche che non sono presenti nell’entroterra. Il pedaggio non potrà essere quindi una nuova tassa indiretta ma dovrà essere calmierato.

 

Siamo vicini ai cittadini che hanno usato per decenni la strada e comprendiamo come oggi vedano negato il proprio diritto alla mobilità, ma riteniamo di non poter accettare ulteriori ritardi per interessi di bottega. E’ nostro dovere sottolineare che la mancata realizzazione dell’opera ci sta costando in termini economici, ben più del pedaggio. Il discorso vale anche per il tessuto produttivo della costa, che ad oggi ha come unica via di comunicazione con la Toscana, la via per Bologna, non certo agevole.

 

L’ultima speranza, infine, è che le opere compensative dovranno essere rivolte alla manutenzione della linea statale/provinciale esistente, al potenziamento della viabilità collaterale per permettere di ammortizzare l’introduzione del pedaggio e di avere, come in ogni altra parte d’Italia, una alternativa valida all’autostrada.

 

 

I Segretari di Circolo del Partito Democratico della Zona AltoMetauro

Alessandro Betonica (Circolo Pd Fermignano), Alessandra Ingegni (Circolo Pd Sant’Angelo in Vado), Gabriele Giovannini (Circolo Pd Mercatello sul Metauro), Luca Valentini (Circolo Pd Borgo Pace).

 

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