Cagli-Fatima a cavallo: “Spaventato da un cervide”

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20 aprile 2013

PESARO – Abbiamo avuto qualche problema a ricevere notizie fresche sul viaggio di Raffaele Pierotti e della cavalla Oana. Per alcuni giorni il telefono di Raffaele era muto, privo di segnale. Si possono immaginare le difficoltà dei pochi residenti nelle zone attraversate. Come sanno i nostri lettori, Raffaele, partito da Cagli un paio di settimane fa, è diretto a Fatima, via Lourdes – Santiago di Compostela.

 

Oanna

Oanna, la cavalla di Raffaele

“Mercoledì 17 aprile ho lasciato Casaglia con un pizzico di dispiacere. Ho incontrato gente piacevole, di tutte le età. In paese si respira una particolare fede religiosa che ha fatto bene al mio spirito. E’ come partire ricaricati, pronti a sopportare fatiche e privazioni solo per rendere ognuno di loro orgoglioso di me, ricordare che sono passato lì e i nostri discorsi si sono intrecciati per almeno un giorno.

 

“Cristina ha sguardo penetrante, entra dentro me e alla fine pare capirmi. Le mie bisacce sono piene della sua straordinaria generosità. Mentre porto dietro Oana sul Sentiero Italia respiro l’aria frizzante di un bosco pulito. Ho la sensazione di estrema libertà. Penso a Fatima. Lei mi aspetta, mi spinge, si occupa di Oana dove non riuscirei. E’ un bel territorio quello che attraverso la mattina, ma dopo il Giogo il sentiero procura i primi grattacapi. Riesco a superare un abete rinsecchito, poi un altro; ne sfrondo un terzo. Ma la realtà mi è mostrata da altri tronchi, uno sull’altro. Occorrerebbe la motosega. Si torna indietro, cerco altre strade sulla carta in scala 1:30.000. Ne individuo una che segue in basso la cresta dei monti e alle ore 17 giungo al rifugio Cavallico immerso in un’ampia vallata dove qualche pittore si è amabilmente divertito con una consistente tonalità di verde. Scende la notte e il campo semplice che preparo è circondato da un alone selvaggio che non avevo provato mai, nemmeno negli anni ormai lontani di altri viaggi. Un cervide mi spaventa con un bramito forte e lamentoso, a una decina di metri di distanza dal campo. Gli rispondo con un grido; si allontana. Ma a notte fonda torna. Chiama la compagna, credo. Gli rispondo e lui se ne va trascinandosi dietro i suoi lamenti rauchi. Risale la montagna”.

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