29 marzo 2013
PESARO – Il basket al tempo della crisi scopre la rateizzazione. O lo spezzatino, che non ci piace, neppure quando – come di questi tempi – è di agnello.
La decima giornata di ritorno frantumata come il calcio, senza alcun rispetto per i tifosi e degli addetti ai lavori. In particolare per quelli pesaresi, che amano (o seguono) il basket, ma hanno anche altri interessi (o impegni). Ad esempio, il volley.
Così accade che, in 150 minuti si giochino due partite a un paio di chilometri di distanza: alle ore 18, a Campanara, Kgs Pesaro – Banca Reale Yoyogurt di serie A1 di volley femminile e alle ore 20,30, all’Adriatic Arena, Scavolini – Oknoplast di basket serie A. Talvolta le partite di volley possono durare più di due ore. Si può immaginare – se dovesse succedere sabato sera – con quali conseguenze per i tifosi e gli addetti ai lavori obbligati a raggiungere l’Astronave della Torraccia.
Tutto questo, ai signori che sovrintendono i due sport, interessa poco.
E così, il basket apre la decima giornata alle ore 12 di sabato, con la diretta televisiva di Banco di Sardegna Sassari – EA7 Emporio Armani Milano (LA7d e Sportitalia 2), poi prosegue alle ore 20,30 con due partite: quelle di Pesaro e Brindisi (Enel-Trenkwalder). Ovviamente, il giorno di Pasqua, niente partite. Per non mercificare la festa? Ma andiamo… la Fede dovrebbe eliminare ben altre mercificazioni, a partire dai soldi sporchi depositati nello Ior (la banca del Vaticano). E che dire di chi si fa il segno della croce prima di tirare un rigore o di chi prega perché la sua squadra vinca e se accade ha l’aberrazione di scrivere che è il segno che Dio esiste. Così fosse, ogni domenica esisterebbe – nel basket – per la metà della gente. Almeno nel calcio hanno il pareggio per accontentare qualche (mis)credente in più.
Dunque, dopo la Pasqua di riposo, si va a Pasquetta, che propone quattro partite alle ore 18,15 (Lenovo Cantù-Juve Caserta; Cimberio Varese-Acea Roma; Angelico Biella-Sutor Montegranaro; Umana Venezia-Vanoli Cremona) e una alle ore 20 (Sidigas Avellino-Montepaschi Siena).
Intanto la Scavolini informa che “Stipčević e Kinsey, dopo due giorni di terapie e lavoro differenziato, sono tornati ad allenarsi oggi con la squadra”. Inoltre, “A distanza di circa quattro mesi e mezzo dall’ operazione (effettuata dal dottor Raul Zini) di ricostruzione del legamento crociato anteriore, Andrea Traini ha ripreso parzialmente il lavoro con i compagni”.
Notizie importanti, viste le difficoltà avute da coach Markovski per preparare la partita con la Virtus, tanto che si è optato per un solo allenamento giornaliero. Una scelta che ci ha fatto proporre la seguente domanda all’allenatore biancorosso: il Professor Nikolić amava lavorare tante ore, era uno stacanovista della palestra. Ettore Messina, invece, lavora meno ore, ma chiede alla squadra intensità completa, senza distrazione alcuna. L’opinione di Markovski?
“Da storico di basket penso che all’epoca del Professore c’erano tanti margini di miglioramento grazie alla quantità. La media delle squadre, e quindi dei giocatori, non si allenava tanto. Ch lo faceva dominava (anche) grazie alla quantità di lavoro. Con il gioco attuale si stanno esaurendo i margini fisici. Contano di più la tattica, il pensiero cestistico, la programmazione perfetta. Allenarsi tanto può essere controproducente”.
Prima della trasferta di Caserta, Markovski aveva sostenuto che, non avendo la Vuelle margini di miglioramento contra la difesa schierata, era necessario giocare in velocità. I risultati si sono visti subito.
“Ribadisco che la squadra sta facendo bene in difesa e che dopo una buona difesa si può colpire più facilmente in contropiede”.
A Caserta si è visto, per la prima volta, un Torey Thomas efficace in attacco. Soprattutto un giocatore che guarda il canestro… Glielo ha chiesto lei?
“A Thomas non ho chiesto niente di particolare. A 45 minuti dal salto a due iniziale, quando Rok Stipčević ha detto che stringendo i denti poteva farcela, mi sono rivolto al play americano per spiegargli che, a prescindere dalla presenza di Rok, avrebbe iniziato in quintetto e giocato finché il gioco che sa esprimere sarebbe stato positivo. Così è stato, e il merito è tutto suo. Non a caso è rimasto in campo anche quando è entrato Stipčević. Penso che adesso, quando lo utilizzerò, entrerà con meno scimmie sulle spalle”.
Ultima domanda, a prescindere dalla presenza o meno di Peppe Poeta, che da Bologna qualcuno dà sicuro assente e altri certamente presente, qual è la chiave della partita di sabato sera?
“La difesa! Come sempre”.
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