di Redazione
28 febbraio 2013
Da Alessandra Nencioni di Costruiamo adesso riceviamo, e pubblichiamo, il seguente comunicato:
Il paese voleva il cambiamento.
(1/3 del paese si è preso il cambiamento)
Il voto del 24/25 Febbraio descrive questo scenario.
A _ Il paese diviso in tre blocchi:
- Il cdx, i veri conservatori, quelli che hanno ridato fiducia a Berlusconi, e
che ritengono che oltre Berlusconi ci sia solo la disgrazia.
- Il csx, con il suo dualismo.
Progressista la base, conformista la dirigenza. Quella dirigenza che, per paura di Renzi, ha stretto le regole delle primarie, perdendo credibilità e consenso, internamente, tra coloro che volevano il cambiamento, ed escludendo chi da fuori gli aveva offerto il voto.
Il movimento dei 5 stelle. Quello che al grido di basta, ha avuto, serviti su un vassoio d’argento, gli ennesimi accordi non raggiunti dell’ultima legislatura (legge elettorale, riduzione dei parlamentari, finanziamento pubblico dei partiti).
B_ L’incapacità del PD ad intercettare i cambiamenti.
Noi di COSTRUIAMO ADESSO, riconosciamo la sconfitta e motiviamo il perché.
Inseguendo un tema caro alla sinistra: “la colpa è degli altri”, Miguel Gotor analizza su l’Unità il M 5 stelle il giorno stesso delle votazioni. ”ll voto all’ex comico è un voto auto assolutorio, purificatore, che libera l’elettore dal dover fare i conti con le proprie responsabilità.
Il grillismo è il frutto della fase terminale del berlusconismo che ha cambiato il dna dei moderati, li ha estremizzati e radicalizzati.”
Se per il consigliere di Bersani i 5Stelle sono questi, allora quali pensano che possano essere i potenziali elettori del PD?
Quelli di Renzi? Troppo di destra per essere come NOI. Quelli di Casini? Troppo di centro per averli con NOI. Quelli di Ingroia? Troppo di sinistra per essere come loro.
Il PD a forza di escludere e autoreferenziarsi non sa più con chi parlare, ha reso vecchio il suo linguaggio, l’approccio e il metodo non si sono evoluti.
Le sue proposte non sono credibili perché frutto di combinazione più che di “scelte” precise e mancano di progettualità, strategia e verifica.
Oggi il Pd ha perso il primato della contemporaneità sui temi progressisti che da sempre lo hanno contraddistinto.
Con questa strategia, il Pd ha perso anche nelle Marche a favore del M5S, sia alla Camera, che al Senato, pur ottenendo un deputato in più rispetto alle precedenti elezioni.
Quanto basta per far dire al segretario regionale Palmiro Ucchielli che “abbiamo tenuto, dopodichè proveremo a vedere se si possono fare accordi”, e subito dopo a Mario Spacca che “non è stato premiato dal voto il nostro progetto di Laboratorio Marche”.
Queste sono le prime affermazioni di una classe politica, dall’approccio cristallizzato, incapace di interpretare le istanze attuali come di ammettere la sconfitta della propria linea, ma sempre pronta, dopo, a proclamare la volontà di fare accordi, anche con chi, prima, era stato messo al bando.
E invece bastava dire:
“I risultati che pure abbiamo ottenuto non bastano: non eravamo qui per fare una battaglia di testimonianza. Volevamo prendere in mano il governo del Paese e non ce l’abbiamo fatta: abbiamo sbagliato qualcosa.”
Noi di COSTRUIAMO ADESSO vogliamo ripartire da qui, con la nostra libertà intellettuale e politica, vogliamo costruire ripartendo dalle idee, organizzandole in progetti e intorno a questi creare quella partecipazione da cui designare le persone.
Inclusione e trasparenza, altre strade non sono più percorribili.
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