27 febbraio 2013
PESARO – Questi volti, e magari anche i loro nomi, a molti diranno poco. A qualcuno, però, verranno in mente anni lontani, quando il gioco era la pallacanestro, e non il basketball, e degli stranieri (uno, non più di due) si sapeva tutto e si ricordava tutto.
Quando al palazzo dello sport di Viale dei Partigiani arrivava il Simmenthal Milano, il personaggio più temuto era il Principe, al secolo Cesare Rubini, allenatore delle scarpette rosse, campione olimpico di… pallanuoto ai Giochi di Londra 1948. Era bravissimo sia in piscina sia sotto i canestri. Wikipedia lo racconta avvalendosi di una fotografia storica: è in maglia Borletti contrastato dal numero 10 della Victoria Pesaro, Sandro Riminucci, l’Angelo Biondo che porterà poi a Milano. Rubini è nella Hall of Fame mondiale di entrambi gli sport. Se non è un record, poco ci manca. Nel Simmenthal giocava Arthur “Art” Kenney, il “rosso”. Un combattente, magari non elegante, senza grandi fondamentali, ma capace di giocare sopra ogni dolore. Ingredienti che piacevano al Principe. “A Rubini basta uno sguardo per farti capire se stai facendo bene o male” raccontava Art.
Uno degli italoamericani più amati dalla nostra pallacanestro è sicuramente Richard Percudani, paisà di New York, nato nel 1936, morto a Phoenix nel 2001. Cresciuto, da studente e giocatore, negli Hoyas di Georgetown University, guidò, a 30 anni, la Pallacanestro Milano, l’altra squadra meneghina. E fu subito Allenatore dell’Anno. Ritornato negli Usa, alla Fairfield University, nel Connecticut, fu richiamato in Italia da Vigevano e in seguito allenò Varese (1981-83). Poi, voluto da un altro italoamericano, Jerry Colangelo, ha lavorato ai Phoenix Suns, nella Nba.
Mentre Percudani allenava Varese, alla Virtus Bologna lavorava un altro paisà, George Bisacca. Si diceva che lo avesse voluto l’avvocato Porelli perché anche Bisacca era avvocato. Sostituì, sulla panchina delle Vu nere, il professor Aleksandar Nikolić. E in seguito allenò anche la Scavolini, portando Don Casey e poi sostituendolo, prima che la Vuelle esonerasse anche lui affidando la squadra a Giancarlo Sacco, poi finalista a sorpresa, con pieno merito.
La fotografia che pubblichiamo mostra Bisacca, la moglie e il figlio di Richard Percudani, Sydney Johnson e Art Kenney. Johnson, dopo avere studiato e giocato alla Fairfield University, che oggi allena, ha indossato le casacche di Ginnastica Goriziana, Viola Reggio Calabria, Olimpia Milano, Mens Sana Siena e Scandone Avellino, ha iniziato la carriera di coach, prima da vice a Georgetown, poi da capo a Princeton e infine a Fairfield.
Ebbene, tutti i protagonisti della nostra storia sono stati e sono protagonisti della nota università statunitense. Storie che hanno un filo che le lega alla nostra, soprattutto alle loro sfide alla Victoria Libertas, quando eravamo ancora alla vecchia cara pallacanestro e le squadre non erano la porta girevole di un albergo dove, ogni stagione, entrano ed escono decine di giocatori stranieri.