31 gennaio 2013
PESARO – “E’ stata una settimana tranquilla dal punto di vista psicologico, non certo per l’aspetto fisico – racconta coach Markovski -. Mai ci siamo allenati in più di otto. Martedì eravamo senza Kinsey, Thomas, Bryan e Flamini, bloccati da acciacchi vari e influenza. Ieri sono tornati in gruppo Kinsey e Thomas, mancava ancora Bryan. Stamattina la squadra ha fatto pesi, speriamo di essere al completo oggi…”.
L’Umana Venezia (si gioca domenica, alle ore 18,15, arbitri il pesarese Mattioli, il bolognese Filippini e il vicentino Terreni) ha vinto sei delle ultime sette partite, passando dai bassifondi della classifica al settimo posto.
“Venezia ha un organico eccellente, solo per un pelo ha mancato la qualificazione alle finali di Coppa Italia, ma adesso punta ai playoff, un obiettivo di inizio stagione”. Un obiettivo minimo, aggiungiamo noi.
La Vuelle vinse facilmente la partita di andata. Dopo tre giornate era in alto, molto in alto, nella classifica della Serie A. Forse, le due vittorie consecutive con Biella e Venezia illusero l’ambiente. Vietato ripetere l’errore.
“Non possiamo illuderci di essere più forti di qualcuno – replica il coach -. Vogliamo e dobbiamo essere umili, consapevoli che solo esprimendoci al 100 per cento possiamo sfruttare l’eventuale giornata storta di organici più completi. Prima pensiamo a noi, poi vediamo con chi giochiamo e se siamo in grado di vincere”.
Venezia ha tagliato Eric Williams, preferendo quintetti di falsi pivot…
“Hanno alleggerito il quintetto per avere più corsa, più gioco in movimento. Prima avevano pensato che allestendo un quintetto classico si sarebbero opposti meglio alle squadre che hanno questo sistema, ma dopo tre-quattro mesi hanno fatto altre valutazioni e scelto di cambiare. Da allora hanno avuto un netto miglioramento di risultati”.
L’ultima volta di Williams, ex pesarese che ha giocato ad Avellino con Markovski, è coincisa con la sconfitta di Cremona. Poi il gran periodo.
“Con Szewczyk hanno anche tiro da 3”.
Venezia ha un bel reparto di guardie e Rok Stipčević è atteso da un’altra sfida: dopo Rochestie, ecco Clark.
“Anche noi siamo messi bene negli esterni… Per quanto riguarda Rok, contro Biella si è fatto valere in attacco e in difesa ha potuto contare sull’aiuto dei compagni, in primis di Crosariol, che hanno lavorato bene sui loro giochi a due. La squadra sta maturando e cerca di capire le esigenze che abbiamo, contro chi si gioca e come prepararsi nel modo giusto. Lavoriamo bene in allenamento. Sono stati molto importanti gli innesti, perché gli ultimi arrivati non avevano la testa pesante per le sconfitte e chi c’era già è andato in scia ai nuovi”.
Abbiamo esaltato – giustamente – Stipčević, ma Kinsey è stato protagonista di una prestazione davvero notevole, confermandosi il giocatore di maggior classe.
“Lui ha portato talento, entusiasmo, voglia di lavorare, spingendo i compagni a essere sempre concentrati al massimo, intensi. Siamo strani (lo dice parlando al plurale, perché è una bella persona, ma in verità il discorso dovrebbe essere rivolto ai giornalisti e ai tifosi; ndr): prima affermiamo che è la difesa che fa vincere le partite, ma se un giocatore difende bene e fa pochi punti, stiamo a contare i tiri fatti, quelli realizzati… Lui è un un nostro punto di forza, dal lunedì alla domenica, sempre”.
E’ corretto sottolineare che questo giudizio su Kinsey non arriva dopo le vittorie, era lo stesso anche nelle sconfitte?
“Sì, lo confermo: Kinsey ha difeso sempre bene, anche quando le percentuali al tiro non erano buone. Tarence era dispiaciuto di non potere dare subito un buon contributo”. Insomma, non pensava al proprio tabellino, ma alla squadra.
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