di Redazione
27 novembre 2012
Tra un mese esatto, come ogni anno, tornerò a casa in Sicilia per qualche giorno.
Ciò significa che mi aspetta il mio solito interminabile viaggio in treno da Roma verso Taormina, e viceversa (non sono un grande amante dell’aereo).
E ciò significa anche che, come sempre, avrò una storia da raccontare.
Sì, perché al termine di ogni mio viaggio c’è sempre qualche aneddoto che merita di essere condiviso, anche se spesso è di natura tragicomica.
Un esempio? Bè, posso raccontarvi ciò che mi è successo qualche mese fa.
Parto da Roma in direzione Taormina, a bordo di un Intercity.
Durante il viaggio – durata prevista 10 ore – ho la fortuna di beccare simpatici compagni di viaggio, oltre che un vagone aperto, senza compartimenti.
Arrivo in perfetto orario a Villa San Giovanni. Mi imbarco verso Messina e…. e iniziano i problemi.
Il treno viene diviso in due: tot carrozze verso Palermo e tot carrozze verso Siracusa. Fino a qua tutto normale, sembrerebbe. Invece, qualcosa mi inizia a puzzare: rimaniamo al buio, fermi in stazione.
La gente non sembra farci molto caso: c’è chi continua a leggere, chi discute, chi guarda un film sul proprio pc.
Mi chiama mio padre:
“Sei sul bus?”
“Quale bus? sto in treno.”
“Dovete scendere. Il vostro treno è stato soppresso. C’è il pullman sostitutivo.”
Incredibile. Nessuno ci dice niente. Scendo dal treno e vado a cercare il controllore. Vedo, nel frattempo, che le altre carrozze sono vuote. E’ possibile che noi della vettura numero 4 siamo gli unici a non sapere nulla?
Sì, è possibile. Il capotreno mi dice che l’annuncio è stato fatto, ma evidentemente non funzionano gli altoparlanti del nostro vagone.
Torno indietro di corsa e do l’infausto messaggio ai passeggeri.
Sono tutti allibiti. Partono le bestemmie e qualcuno se la prende pure con l’incolpevole capotreno lì fuori.
Ma non è finita.
Fuori dalla stazione ci sono due autobus che ci aspettano. Uno si fermerà a Catania, l’altro proseguirà fino a Siracusa. Insomma, dobbiamo dividerci per bene.
Arriva un’addetta Fs e ci dice ad alta voce:
“Chi va ad Augusta, Lentini e Siracusa, vada su quell’autobus; gli altri su questo.”
Iniziamo a dividerci, posando i bagagli. Poi arriva l’autista, e inverte le disposizioni: l’autobus diretto a Siracusa diventa quello diretto a Catania e viceversa.
La folla, inferocita, cerca il proprio bagaglio nella stiva per ri-spostarlo, creando una calca allucinante.
Siamo stanchi e nervosi. Gran parte di noi è in viaggio da 10 ore e ha pranzato con un misero panino.
Riusciamo a partire in fretta.
Arrivo a Taormina con soli 10 minuti di ritardo.
Ecco, quella volta è andata così.
Vediamo il 26 dicembre che succederà…
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