FONTE AVELLANA – Attivare il progetto Appennino, che ha lo scopo di creare nuova occupazione e di stabilizzare i lavoratori già attivi nel settore forestazione e attraverso la valorizzazione delle potenzialità turistiche ed ecologico-ambientali delle Marche, entro il 2013. E’ l’obiettivo che si sono dati Centrali cooperative, Enti locali, sindacati e parti sociali a Fonte Avellana (Pu), il luogo dove nel 1996 venne firmata l’omonima Carta, documento di condivisione e d’impegno comune fra tutti i soggetti interessati a favorire lo sviluppo sostenibile dell’entroterra marchigiana.
Durante il seminario “Verso l’attuazione del progetto Appennino”, organizzato da Agci, Confcooperative e Legacoop Marche e a cui ha partecipato Adriano Cardogna, presidente commissione Politiche comunitarie dell’Assemblea legislativa delle Marche, è stato ricordato da Luca Possanzini, Consorzio Marche Verdi, il percorso per la creazione di questo progetto il cui valore è stato riconosciuto con l’inserimento nella legge finanziaria regionale del 2010. Possanzini ha ricordato che il progetto Appennino è stato studiato sul modello del “progettone” della Provincia autonoma di Trento, dove, a fine anni ‘80, venne realizzato per affrontare la situazione occupazionale che si era manifestata a seguito delle ristrutturazioni e riconversioni industriali del territorio e ha anche sottolineato che un lavoratore del settore agro-forestale ha un costo annuale, come previsto dal contratto nazionale collettivo, di 25 mila euro l’anno. Nei due anni successivi, sono stati sbloccati i fondi del Piano di sviluppo regionale, destinati ai progetti forestali, e si è istituito, da parte della Regione, il capitolo di bilancio con la dotazione di 250 mila euro, ha ricordato Fabio Montanini, dirigente Servizio regionale Lavoro, oltre a 750 mila euro del Fas-Fondo aree sottoutilizzate e 250 mila euro del Fondo sociale europeo per un totale di 1,25 milioni di euro cui si potrebbe raggiungere quanto verrà quantificato dalle singole Province. “Prima dell’estate – ha aggiunto Montanini -, il vicepresidente della Giunta regionale, Paolo Petrini, ha sollecitato le Province nel dichiarare la propria adesione al progetto e, a breve, la sintesi di questa iniziativa andrà in Giunta per passare poi alla fase operativa”. Montanini ha ricordato le opportunità che potrebbero arrivare dall’Unione europea, nella presentazione di un progetto multidisciplinare, che coinvolga i settori di ambiente, cultura, turismo, e ha parlato della possibilità di una sperimentazione del progetto Appennino, è possibile nelle aree di crisi già individuate dal governo regionale, quella del fabrianese e quella del piceno, “E’ arrivato il momento di fare un passo avanti per il progetto Appennino – ha detto Teodoro Bolognini, Legacoop Marche – e contribuire a creare, anche qui nelle Marche, quel modello di sviluppo necessario per il futuro della nostra economia, che coniughi la manutenzione e la tutela del territorio, l’agricoltura, l’ambiente con il turismo e la cultura”. Il segretario regionale di Cgil Marche, Roberto Ghiselli, e di Uil Marche, Graziano Fioretti, hanno rinnovato la disponibilità del sindacato chiedendo una conferma, con la sottoscrizione di una nuova intesa, degli impegni assunti dal governo regionale nel Patto per lo sviluppo, in cui si parlava anche del progetto Appennino, siglato nel novembre 2009, e hanno chiesto, soprattutto, di accelerare i tempi. Paolo Argalia, presidente del Consorzio Marche Verdi, ha fatto “un forte appello alla Giunta regionale per la partenza di questo progetto, fondamentale per dare respiro ad un territorio che vive una situazione drammatica. Un’azione che, specialmente a Fabriano, viene attesa con ansia da parte di persone di 50-60 anni che sperano di poter lavorare ancora qualche anno e poter arrivare così in maniera decorosa alla pensione”. All’incontro hanno anche partecipato il sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola, e l’assessore alle Politiche ambientali del Comune di Fabriano, Patrizia Rossi, a dimostrazione dell’interesse verso questa iniziativa che dovrebbe coinvolgere anche lavoratori del distretto della meccanica. Dom Salvatore Frigerio, monaco benedettino camaldolese, fra gli ideatori della Carta di Fonte Avellana, ha ricordato “l’impegno delle comunità dei monaci che lavoravano dalla montagna per salvare quelli che vivevano in pianura. Un orientamento che appare quanto mai di attualità” mentre don Gianni Giacomelli, priore monastero Fonte Avellana, ha sostenuto che “noi che viviamo sull’Appenino, viviamo già dentro alla possibilità, dentro al progetto per valorizzare ambiente, turismo, cultura, natura”.