di Redazione
22 ottobre 2012
Di recente ho visto “Fortapàsc” e “Ilaria Alpi – Il più crudele dei giorni“, due film di estrema importanza, che andrebbero proiettati tutti i giorni, a tutte le ore.
Anche perché, pura realtà, nel nostro Paese sono in molti a non sapere chi siano Ilaria Alpi e Giancarlo Siani (troppo impegnati a informarsi sui protagonisti della casa del Grande Fratello); non sanno che questi due giornalisti hanno avuto diverse cose in comune.
Ad esempio sono morti ammazzati, entrambi lasciati soli alla mercé dei loro sicari.
Il motivo per cui sono stati fatti fuori?
Semplice: facevano bene il loro mestiere. Erano giornalisti – giornalisti e non giornalisti – impiegati. Non si piegavano al potere della camorra o delle lobby internazionali. Andavano avanti a testa alta, consapevoli dei rischi che correvano e che poi hanno corso.
Eppure gran parte dei nostri concittadini, di loro, non sa nulla.
Due esempi di mini dialoghi che ho avuto ieri.
“Sai che ho visto Fortapàsc, quello di Siani?”
“E chi è?”
E ancora:
“Ho visto un film sulla storia di Ilaria Alpi, la giornalista RAI uccisa nel 1994″.
“Eeeeeeeeeeeeeeeh, addirittura del 1994! Ma chi se ne fotte? Sono passati tanti anni”.
E’ chiaro che non tutti sono a questo basso livello, né io pretendo che la gente sappia vita, morte e miracoli di ogni essere vivente. Però, nel momento in cui si è esperti di gossip o “Uomini e donne“, e non si sa nulla di Siani, Alpi o, per tornare ai giorni nostri, di Pino Maniaci e Roberto Saviano…
Bé, significa che c’è qualcosa che non va.
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