Ticchi: “Volevamo fare bene, non è bastato l’orgoglio”

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30 settembre 2012

PESARO – Era iniziata tra applausi (meritati) a Valter Scavolini e silenziose contestazioni. Nella tribuna occupata (anche) dalla Vecchia Guardia è stato esposto uno striscione che non lascia dubbi: nel mirino di altri tifosi la Victoria Libertas e – appunto – la Vecchia Guardia: “Tribune prezzi stracciati, K donne raddoppiati, grazie VL e VG”.

Giampiero Ticchi

Giampiero Ticchi in una foto tratta dal web

E’ finita con i tifosi che hanno accettato la sconfitta e la vittoria – che non fa una grinza – di Roma.

L’amarezza, semmai, è in sala stampa, dove arrivano capitan Flamini e coach Ticchi. Il coach di Gradara ha la voce assai bassa e quindi la sua riflessione potrebbe anche non essere amara. Giudicherete poi le sue parole. Senza alcun dubbio sono amare le parole del capitano, che come sempre – da quel grand’uomo che è – non lesina autocritica.

“Di solito il momento di assenza lo subiamo tra il terzo e quarto periodo. Oggi è arrivato prima – dice Flamini -. Abbiamo faticato, tenendo la palla molto ferma mostrando così tutti i nostri difetti. Sapevamo che era una partita importante, ma anche che siamo indietro. Lo spirito è giusto, ci siamo allenati bene nelle ultime quattro sedute, come può confermare anche l’allenatore. La strada è giusta, dobbiamo proseguire questo cammino e lavorare, tanto”.

Una squadra giovane, pertanto ancora ingenua, che sicuramente si conosce poco. L’ha dimostrato quando ha recuperato sette lunghezze di svantaggio chiudendo avanti il terzo parziale (53-52). Da lì siete crollati subendo un 2 a 13 che ha fatto pendere la sfida verso Roma.

“Abbiamo faticato tanto a recuperare. Ed è vero che non ci conosciamo benissimo. Noi veterani non abbiamo dato una gran mano per aiutare i nuovi, sia della squadra sia del campionato. Sappiamo come funziona. Bisogna riconoscere, però, che è stata brava anche Roma a chiudere con una serie di triple… A proposito: mi è sembrato che si è tirato troppo da fuori, anche se io non amo le statistiche e stasera più che mai non le voglio vedere. Una cosa è certa: dobbiamo lavorare tanto”.

Le triple chiamano in causa D’Ercole, che ha dato alla Virtus Roma 17 punti con 5/6 nelle triple. Il migliore biancorosso è stato Andrea Traini (13) Insomma, due italiani al top delle realizzazioni. E in campo – tra Pesaro e Roma – c’erano undici giocatori di scuola straniera.

Lo prendiamo come un bel segnale? O è un puro caso?

“D’Ercole – replica Simone – viene da una grande scuola e (Mens Sana Siena) gioca da tempo in serie A. Traini sta facendo molto bene in allenamento e lo ha dimostrato oggi in campo. Deve continuare a lavorare così e a dare energia alla nostra squadra”.

Bravo anche Bryan…

“Anche lui non è un novello, è stato molto bravo a farsi trovare pronto, a catapultarsi subito nello spirito della nostra squadra, dandoci una grande mano, visto che Crosariol ha avuto problemi di falli”.

Ed eccolo, allora, coach Ticchi, che ha sempre sognato di allenare la squadra del cuore e sicuramente sognava un debutto migliore. Lo ha battezzato una sconfitta, accompagnata dai fischi dei tifosi quando ha tolto Traini e mandato sul parquet Cavaliero. Ma lui, da tifoso della Vuelle, conosce meglio di ogni altro coach cosa è il tifo pesarese, nel bene e nel male.

“Avevamo molta voglia di fare bene davanti al nostro pubblico e deciso di non farci imbrigliare dal ritmo di Roma, che è ipnotizzante. Nel primo quarto, grazie a buona difesa e determinazione in attacco, siamo riusciti a fare cose semplici senza abbandonarci alle individualità. I nostri primi tiri da 3 andati a segno erano ben costruiti dopo esserci presi i vantaggi sulla loro difesa. Nel primo quarto meritavamo un pochino di più. Loro ci sono rimasti attaccati grazie ai tiri liberi e a qualche rimbalzo offensivo di troppo. Nel secondo periodo Roma ha preso in mano il pallino e gestito il ritmo e noi ci siamo incartati. Non abbiamo ancora certezze, non sappiamo dove andare, la palla stagnava e vivevamo di individualità, non figlie dell’egoismo, ma perché la Virtus ci impediva di fare il nostro gioco. Abbiamo reagito con orgoglio nel terzo quarto, ma nell’ultimo periodo – sbagliando alcuni tiri – non siamo riusciti a prendere l’inerzia che avrebbe obbligato Roma a inseguire, girando la partita dalla nostra parte. Alcune piccole cose, palloni vaganti che potevano essere nostri, rimbalzi offensivi che hanno dato loro canestri e fiducia. Noi, per la foga di inseguire, abbiamo forzato le conclusioni, ma – come ha detto Simone – lo spirito non è mancato, la voglia di fare bene c’è stata, ma è evidente quanto dobbiamo lavorare ancora”.

Roma ha recuperato il break iniziale accentuando l’aggressività. E voi avete subìto.

“Nel primo quarto siamo riusciti a correre, poi ce l’hanno impedito. Loro sono molto fisici. Se pensate che Barbour, il nostro migliore atleta, ha provato più volte a giocare uno contro uno e non ci riusciva, avete l’idea di quanto abbiamo sofferto. Solo correndo potevamo creare difficoltà alla Virtus, che non è che non avesse difeso nel primo quarto, è che noi stavamo giocando come ci piace…”.

Quel brutto 2-13 che vi ha fatto pagare dazio nel quarto periodo è colpa dei rimbalzi?

“Eravamo in difficoltà sotto i tabelloni quando era presente Marigney, per questo abbiamo preso Bryan per darci una mano. Ancora non è sufficiente. Però i rimbalzi si prendono anche di squadra, lottando insieme. Al momento non è una delle caratteristiche di questa squadra. Ci stiamo lavorando per migliorare. Abbiamo pagato anche le palle vaganti, più che quelle perse. E un errore in difesa che ha consentito a D’Ercole di realizzare una tripla che ci ha mandato sotto di sette punti. Ci mancano la cattiveria e la sicurezza che ci consentiranno di soffrire meno anche al rimbalzo”.

Un commento to “Ticchi: “Volevamo fare bene, non è bastato l’orgoglio””

  1. No jobs scrive:

    ma per quale motivo le donne devono pagare di meno?? io sono uomo e pure disoccupato in questo momento! perchè devo pagare il prezzo pieno e loro no?

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