dall’Assemblea dei dipendenti del Comune di Fano riceviamo e pubblichiamo
FANO – “Il lavoro è pane e dignità, anche per i dipendenti comunali, spesso additati come nullafacenti – fortunati, e ancor di più oggigiorno dopo l’attacco mediatico sferrato dall’ex ministro Brunetta, il cui unico vero obiettivo era tagliare i servizi pubblici. E ancor di più in questi mesi drammatici in cui una politica di tagli indiscriminati, chiamati stavolta elegantemente “spending review” dall’elegante governo Monti, falcidia posti di lavoro e quindi speranza e futuro di chi non ha i beni al sole, di chi ha bisogno di scuola, sanità, servizi pubblici.
Ma anche questi vengono ridotti, perchè gli enti pubblici hanno sempre meno soldi e meno personale. La decisione di scrivere una lettera aperta ai cittadini nasce da questo, dal fatto che svolgiamo una funzione importante per la cittadinanza e tutti i giorni ci arrabattiamo tra tagli e disorganizzazione per portare a termine pratiche e fornire servizi che richiedono decine di passaggi, firme, autenticazioni, benestare e permessi, il tutto nel principio dell’imparzialità e dell’uguaglianza di tutti i cittadini, cercando di ovviare alle richieste puntuali di questo o quell’assessore che è interessato al buon esito di una determinata pratica piuttosto che di tutte.
Ma questo sta dietro la facciata, il cittadino vede solo il magro risultato che dimostra l’inefficienza del sistema. Ebbene, dopo anni di inutili tentativi di stabilire rapporti di collaborazione con l’amministrazione comunale, che avrebbero potuto ottimizzare la macchina comunale in nome dell’efficienza e del merito, e dopo anni di decisioni dispotiche e unilaterali, i dipendenti comunali hanno deciso di raccontare alla città ciò che succede dietro i proclami degli amministratori.
Negli ultimi anni la macchina comunale ha subito ben tre riorganizzazioni “rivoluzionarie” oltre a una serie di spostamenti di competenze, trasferimenti di dipendenti senza spiegazioni, accorpamenti di dirigenze, istituzioni di quadri intermedi a intermittenza (le famigerate posizioni organizzative): insomma un frullatore continuo che, visti i risultati, ci suggerisce il vero obiettivo dell’amministrazione: “CONFONDI ET IMPERA!” Certo, perchè nella confusione, nella mancanza di informazione e formazione, nella difficoltà giornaliera di dare un senso compiuto al proprio lavoro si può perpetrare il dominio incondizionato. Tanto, chi darà mai retta a quei nullafacenti fortunati che scaldano le sedie nei vecchi stabili malandati del comune? Pane e dignità: non chiediamo solo i soldi degli arretrati di 5 anni, ma anche il rispetto del nostro lavoro che è servizio al cittadino”.