Il termine minimo di Cristiana Palandri al 2.18 Gallery

FANO – Giovedì 6 settembre, dalle ore 19, con l’opera “Termine Minimo” di Cristiana Palandri riparte la seconda stagione espositiva della 2.18 Gallery, il minuscolo spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea a Fano.

Cristiana Palandri è una giovane artista, nata a Firenze dove vive e lavora.

Dopo aver vinto una borsa di studio in Inghilterra, ha iniziato il suo percorso artistico esponendo in vari paesi tra i quali Germania (Berlino, Podbielski Contemporary), Stati Uniti (New York, Scaramouche), Thailandia ( Bangkok, Bacc). La sua poetica è in continuo mutamento, come del resto la personalità stessa dell’artista, che partendo dal disegno elabora nel corso degli anni una fusione di impulsi, interessi, linguaggi. Per cui, ciò che è parte della vita , della realtà stessa del’ artista, diventa parte integrante della sua opera.

Per la piccola galleria fanese, Cristiana Palandri propone una doppia visione: una diurna e una notturna, operando su materiale eterogeneo: piume, ferro, catrame, legno; Palandri cristallizza una scena mai finalmente rivelatrice, ma che diventa ipotesi di percorso.

La stessa scena, cambia completamente durante la notte, cancellando ciò che l’ha generata e ricordando che nessuna delle due visioni può essere stabile.

La peculiarità stessa della galleria, affacciata sul corso di una città di provincia, permette la visione a chiunque, 24 ore su 24, aprendosi alle interpretazioni più varie e cercando di interagire continuamente con un pubblico sempre diverso.

 

 

2.18 Gallery é un’idea di Tommaso Mei e di Andrea Belacchi. Nasce dalla necessità di esprimersi, confrontarsi, produrre ed ospitare arte. Nasce dall’esigenza di rispondere alla domanda: quanto spazio serve per le idee?

2.18 è una galleria di arte contemporanea di 114×64 cm, che gioca sul concetto della trasformazione, inizia con il cambiamento dello spazio di una bacheca commerciale in uno spazio d’arte, fino a mutare l’utilizzo stesso del termine galleria ,che, in questo caso, indica uno spazio insolito che impone la riduzione spaziale come campo d’azione su cui intervenire.

 

 

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