di Redazione
31 agosto 2012
TAVULLIA – Una vera e propria piantagione di marijuana è stata scoperta dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, nell’ambito della costante attività di controllo economico del territorio, svolta dalle pattuglie su tutto il territorio della Provincia.
Guardia di Finanza al lavoro (immagine d'archivio)
I Finanzieri, appartenenti al Nucleo Mobile della Compagnia, a seguito di una lunga attività di osservazione, hanno individuato un ragazzo ventottenne di Cattolica, D.M., sospettato di essere coinvolto nell’attività di produzione di stupefacenti per fini illeciti.
L’operazione palese è scattata nel tardo pomeriggio del 29 agosto u.s., allorquando, pedinato, lo stesso giovane è stato visto irrigare un campo alle porte di Tavullia, nel pesarese, ove erano state abilmente occultate, tra piante di pomodori e peperoni, numerose piante di canapa indiana.
In effetti, le piante, che emanavano l’inconfondibile odore della canapa indiana, sono state sottoposte al narcotest specifico (risultato subito positivo per il principio attivo della cannabis indica). Ulteriore, determinante apporto è stato fornito dalle unità cinofile del Corpo organiche allo stesso Nucleo Mobile che hanno confermato la buona qualità dello stupefacente. Per tale motivo, è stato operato il sequestro dell’intera piantagione, costituita da ben 75 piante, tutte molto rigogliose e con un fusto di oltre un metro di altezza, con un peso complessivo di circa 150 kg. In effetti, gli esemplari di cannabis fra qualche giorno avrebbero terminato il ciclo della fioritura e avrebbero potuto essere utilizzati, una volta tagliati e essiccati, per la produzione di svariati chilogrammi di marijuana.
Successivamente, è stata anche effettuata una perquisizione presso la residenza in Cattolica del responsabile, ove è stata rinvenuta e sottoposta a sequestro anche una modica quantità di hashish (gr. 1,2).
Il responsabile, che non ha nascosto le proprie responsabilità, è stato quindi tratto in arresto e condotto presso il carcere di Pesaro, dove è stato posto a disposizione dalla locale Procura della Repubblica che ha già inoltrato al G.I.P. richiesta di convalida dell’arresto con l’accusa di illecita coltivazione di sostanze stupefacenti, reato previsto dall’art. 73 del D.P.R. 309/90.
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