31 agosto 2012
PESARO – Come un vero uragano la crisi sta coinvolgendo tutto e tutti. Un vento forte e impetuoso sta scoperchiando fabbriche, case e famiglie.
La crisi è democratica ed imparziale, ancor più della giustizia, e non guarda in faccia nessuno. Se numerosi italiani sono in grave difficoltà economiche e finanziarie, milioni sono disoccupati, cassintegrati, in mobilità, in cerca di un lavoro; pensate ai poveri extracomunitari, tanto bistrattati, arrivati dai paesi lontano, ma anche vicini, giunti nel nostro paese animati da grandi speranze.
Come il migrare delle rondini alla fine dell’estate è preludio dell’arrivo del gelido inverno, così l’assenza degli ambulanti sulle nostre spiagge è un brutto segno di recessione o peggio ancora di vera crisi.
Uno di loro, uno dei tanti da ben undici anni nella nostra città, ha preso una drastica decisione: ritornare al suo paese natio. Un personaggio assai conosciuto a Pesaro ed amato dai numerosi amici e conoscenti. Un uomo semplice, con gli occhi sorridenti, l’animo limpido e il cuore colmo di altruismo e di bontà. Abdou Niaye è nato a Louga in Senegal a 200 chilometri da Dakar, non lontano dall’Oceano Atlantico. Ha sessantadue anni, anzi dovrebbe averne perché asserisce che in Africa i suoi genitori per farlo frequentare la scuola siccome era troppo grande, gli avrebbero tolto bel cinque anni. Così nei suoi documenti personali e fiscali, dato che come ambulante è sempre stato in regola, avrebbe cinque anni in meno. Il nostro amico Abdou ha un conseguito in Senegal un titolo di studio, è molto intelligente e con una certa cultura. Nel suo Paese avrebbe potuto intraprendere persino la carriera politica, ma la diversità delle idee con il regime gli è stato da ostacolo.
In Italia ha provato a chiedere un lavoro, iniziando dai più umili, ma nonostante i molti amici non è riuscito nell’impresa. Forse il suo fisico gracile gli ha impedito di trovare un lavoro. Lui, non si è dato per vinto, il suo, orgoglio era troppo forte, il suo amore per la nostra bella penisola era immenso. Si è messo, con regolare partita Iva, a fare l’ambulante, che qualcuno privo di rispetto per gli altri ha trasformato in “vu cumprà”. Dopo anni di chilometri sulle nostre spiagge dalla mattina alla sera per tutti i mesi estivi, il suo fisico non è riuscito più a reggere questa enorme fatica. Un peso ultimamente divenuto persino inutile dato che non si riusciva a vendere neppure un semplice accendino. Lui l’acciarino magico, come la famosa favola, non lo ha trovato.
Riflettendo a lungo e con sommo dispiacere, come molto altri suoi amici, ha scelto di ritornare in Senegal, dove ha una famiglia numerosa composta da due mogli e ben 17 figli. Grazie all’aiuto di tanti suoi amici, pesaresi e non, riuscirà ad aprire una semplice attività commerciale, un piccolo un negozio di generi alimentari, tipo quelli del dopoguerra.
Abdou, con il cuore in mano e qualche lacrima che solca quel viso scarno, sottolinea la sua battaglia persa, il suo orgoglio sconfitto e la sua dignità ferita. Ma non è stata certo una guerra fra lui e la vita. L’uomo, pur perdente, vince sempre sulla vita nella realtà perde solo con la morte.
Al nostro splendido personaggio senegalese resteranno impressi i ricordi belli del nostro paese e i volti delle tante le persone che non lo dimenticheranno. Pur sconfitto ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore e nell’animo dei suoi amici.
Meno male…almeno qualche notizia positiva…..