PESARO – Verrà inaugurata sabato primo settembre, alle ore 18, nello storico palazzo Gradari di Pesaro (via Rossini, 24), la mostra antologica “Giovanni Gentiletti”, a due anni dalla scomparsa del grande artista. Patrocinata da Provincia di Pesaro e Urbino e Comune di Pesaro, con il sostegno di numerosi sponsor, l’esposizione sarà presentata dallo storico e critico d’arte Jacqueline Ceresoli, che metterà in luce il percorso artistico di Gentiletti attraverso le numerose sculture esposte, che coprono l’intero arco di tempo della sua produzione. Evidente è infatti il passaggio da uno stile prettamente figurativo, che risente delle tecniche dell’antica lavorazione dei metalli a sbalzo e a cesello (in cui il maestro non aveva rivali) ad uno sempre più astratto e personale fatto di peculiarità, invenzioni, segni e cromie per far risaltare la materia da lui preferita, il rame.
“L’evoluzione artistica di Gentiletti – spiega Valeria Alberini, storico e critico d’arte – è dovuta sia all’incontro con Arnaldo Pomodoro, che lo aveva inserito nel gruppo dei docenti del Tam di Pietrarubbia, sia alla sua natura in perpetua ricerca, sperimentazione, apertura a nuove idee. Dagli aironi agli altaroli, passando per le sculture zoomorfe, le grandi ruote, i portali e le stele, le sue sculture non sono mai banali, tutte belle e importanti: la linea, la forma, l’alternarsi di pieni e vuoti, di luci ed ombre, di contrasti cromatici, ossidazioni, rugosità, intagli, sporgenze, cabochon incastonati, serrature, porte, simboli, alfabeti dal sapore arcaico e aculei sono solo elementi identificativi della sua grande e originalissima arte”.
“Da quando è mancato mio padre, l’8 maggio 2010 – spiega la figlia Ilaria Gentiletti – ho cominciato a fare ‘l’inventario’ di tutto l’immenso patrimonio artistico. Ancora oggi mi capita di scoprire qualche opera mai vista, o che ricordavo appena perchè ero molto piccola. Ho riordinato anche le foto, perchè mio padre amava fotografare le sue opere. E’ come se mi avesse già preparato la strada: dalle foto e dagli schizzi datati ho potuto ricostruire il percorso artistico e prepararmi alla mostra. L’idea si è concretizzata nel novembre scorso in occasione dell’inaugurazione a Pietrarubbia dell’Obelisco di Arnaldo Pomodoro. L’ultima grande esposizione, nel 2005 al Castello di Pietrarubbia, mostrava solo gli ultimi dieci anni di scultura, mentre con questa antologica ho voluto raccontare anche il periodo iniziale più figurativo, quello delle lastre sbalzate (le rondini in volo 1973-1974) e delle sculture a tutto tondo (gli aironi e le forme zoomorfe). Questa produzione si conclude nei primi anni ’90, quando cominciano gli ‘strappi’ sulle superfici e inventa un linguaggio segnico fatto di alfabeti indecifrabili, o come amava ricordare, alfabeti di popoli che hanno viaggiato nel Mediterraneo e di cui si è persa la memoria orale. Sono di questo periodo le grandi ruote, i calendari, le stele, le lettere dal Mediterraneo. Chiudono l’antologica gli altaroli ex voto datati 2004-2008: hanno l’aspetto di forzieri medievali”.
La mostra, ad ingresso libero, resterà aperta tutti i giorni fino al 30 settembre. Realizzato anche il catalogo, con foto di Luciano Dolcini. Info 347.7219106.