Mattioli dice no alla chiusura del tribunale di Fano

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31 luglio 2012

FANO – Chiusura del tribunale di Fano, ecco il testo integrale del discorso pronunciato dal capogruppo in consiglio comunale de La Tua Fano Giacomo Mattioli:

Mattioli Giacomo

Giacomo Mattioli, capogruppo de La tua Fano

“Dispiace ritrovarsi di nuovo, dopo che qualche mese fa avevamo portato all’attenzione di questo Consiglio comunale, anche il problema della possibile chiusura della Dogana di Fano, a parlare ancora una volta del progetto (sperando che rimanga tale) del governo centrale di chiudere un’altra importante sede locale di servizi per i nostri concittadini, ossia il Tribunale di Fano.

Il governo tecnico sta fallendo su tutti i principali fronti per i quali si era insediato e aveva proposto le sue miracolose “ricette”: lo spread è a livelli più alti di quelli mai toccati in precedenza, la fiducia dei cittadini nelle istituzioni è ai minimi storici e l’uscita dal tunnel della crisi ancora non si vede nemmeno lontanamente.

Basterebbe questo per far capire ai professori, membri di un governo che non è mai stato sottoposto alla prova del voto dei cittadini, che farebbero meglio ad andarsene; invece continuano a vessarci con manovre che passano inesorabilmente sulle nostre teste e sembrano non preoccuparsi degli effetti laceranti che causano nella nostra società civile.

A proposito della paventata chiusura della sezione distaccata del Tribunale di Fano, non posso fare altro che manifestare la solidarietà di tutto il gruppo consiliare della lista civica “La Tua Fano” a chi è giustamente allarmato e sta cercando di fare tutto il possibile per scongiurare questa eventualità.

Ai professionisti del settore, avvocati ma non solo, a tutti coloro che gravitano attorno a questo mondo e soprattutto a tutti i cittadini che si vedranno costretti a subire una perdita di efficienza del servizio della giustizia, un aggravio dei tempi del sistema giudiziario e maggiori costi a carico della collettività per accedervi, io dico: noi siamo con voi, e faremo sentire forte la nostra voce all’interno di questo coro di no.

Riporto una frase del ministro Severino di qualche giorno fa: “Sulla giustizia non sono possibili tagli indiscriminati, ma solo risparmi destinati a creare efficienza”. Purtroppo, ciò che il governo sta facendo va esattamente nella direzione contraria: nel caso del tribunale di Fano ne è stata pienamente dimostrata l’efficienza attuale e l’antieconomicità della chiusura, dato che i locali sono già di proprietà del Comune.

Di solito in tutti i campi, dall’educazione allo sport al lavoro, si è soliti dire che i più grandi devono essere di esempio per i più piccoli: ebbene, questo governo sta facendo esattamente l’opposto.

Sappiamo tutti benissimo che i veri sprechi non sono negli enti locali ma a Roma, all’interno del Parlamento e del governo stesso: è lì che un premier serio e credibile dovrebbe far cadere in primis la mannaia dei tagli, e solo in un secondo momento, dopo aver dato il buon esempio, rivolgersi con lo stesso metro anche verso i Comuni e quindi verso i servizi ai cittadini.

In Parlamento ci sono 630 tra deputati e senatori che percepiscono, più o meno, 15mila euro al mese più rimborsi spese, viaggi e trasporti: non era forse meglio iniziare da lì il processo di spending review?

Con che coraggio vengono a chiedere continuamente sacrifici a cittadini che faticano ad arrivare alla fine del mese, a persone che hanno perso il lavoro a causa della crisi, a giovani che il lavoro nemmeno lo trovano nonostante abbiano titoli di studio prestigiosi, o ad anziani che non arrivano a 500 euro di pensione al mese?

Invece di procedere con “manovre” che raschiano il fondo del barile senza rimuovere le cause del dissesto, e che servono solo a prolungare e rendere più dolorosa l’agonia, non sarebbe forse più utile abbattere il debito pubblico per pagare meno interessi e liberare l’economia dal fardello che ne blocca la crescita?

Dismettere le partecipazioni non strategiche e il patrimonio non strumentale, tagliare la spesa improduttiva (e non è certo questo il caso dei tribunali, tantomeno di quello di Fano), rivedere i vincoli del Patto di stabilità per garantire ai Comuni di sbloccare i pagamenti e rimettere in moto l’economia con questa immissione di liquidità, sburocratizzare la pubblica amministrazione, lottare davvero contro l’evasione fiscale e il lavoro nero: questi dovrebbero essere i grandi temi nell’agenda del governo, e ancor di più se si tratta di un governo tecnico.

Invece ci troviamo di fronte ai soliti proclami, a qualche spot televisivo e nulla più; e alla fine, chi paga in termini monetari o di servizi in meno sono sempre i cittadini “comuni”, che poi sono la stragrande maggioranza dei cittadini di questo Paese. Siamo tutti noi!

Dalle istituzioni, dagli Ordini professionali, dalle associazioni di categoria e da ogni cittadino deve arrivare una risposta corale ed unitaria a questa che è una vera e propria aggressione ai presìdi di legalità del territorio.

Ritengo che la necessità per i cittadini di usufruire di una giustizia di prossimità efficiente e razionale debba essere centrale e prioritaria per qualsiasi riforma e riorganizzazione che si rispetti, e non barattata, come semplice merce di scambio e come invece sta avvenendo, in ragione soltanto della logica dei tagli alla spesa pubblica”. Firmato Giacomo Mattioli (La Tua Fano).

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