Libri di sport, il Coni premia Schwazer e il nostro Murgia

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4 luglio 2012

PESARO – Il sito internet del Coni (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) ha diffuso oggi i nomi dei vincitori del XLVI Concorso Letterario dedicato allo sport. La commissione, presieduta dal professor Walter Pedullà e composta da Valerio Bianchini, Giorgio Cristallini, Piero Mei, Giancarlo Padovan, Paola Pigni e Roberto Rossetti ha assegnato all’unanimità i seguenti premi:

Sezione Narrativa
1° Premio a Enrico Maida e Fulvia Strano per “Il Talento di Francesco” (Edillet)
2° Premio a Stefano Ferrio per “La partita” (Feltrinelli)
Segnalazioni particolari a Gianfelice Facchetti per “Se no che gente saremmo” (Longanesi) e a Dario Torromeo per “Meraviglioso” (Absolutely Free)

Sezione Saggistica
1° Premio a Stefano Jacomuzzi, Giorgio Viberti e Paolo Viberti per “Storia delle Olimpiadi” (Edizioni Sei)
2° Premio a Giorgio Cimbrico per “Gli implacabili” (Absolutely Free)
Segnalazioni particolari a Paolo Alberati per “Giannetto Cimurri – la manosanta dei campioni” e a Maria Cannella, Sergio Giuntini e Marco Turinetto per “Sport e Stile” (Edizioni Skira)

Sezione Tecnica
1° Premio ad Alex Schwazer per “Quelli che camminano” (Mondadori)
2° Premio a Tiziana Pikler per “Il gioco e lo sport nelle arti pittoriche” (Giropress)
Segnalazione particolare a Matteo Rampin per “Lo Sport da collo in su” (Scuola di palo alto).

 

Luciano Murgia e Alex Schwazer a Sankt Moritz, sede del ritiro montano in vista delle Olimpiadi

Luciano Murgia e Alex Schwazer a Sankt Moritz, sede del ritiro montano in vista delle Olimpiadi

Grande la soddisfazione per gli autori e – nel caso di Alex Schwazer, il campione olimpico a Pechino 2008 nella 50 chilometri di marcia – anche per il nostro giornalista Luciano Murgia, che ha curato “Quelli che camminano”, edito da Mondadori.

Ma come è nata questa importante collaborazione?
“Sono un grande appassionato di atletica leggera, che mi piace guardare e praticare. Alternando le uscite in bicicletta, amo camminare circa 15 km al giorno, possibilmente a passo spedito, di… marcia. Alex è il mio sportivo preferito, marcia anche 40 km al giorno. Adoro il suo spirito di sacrificio, la sua voglia di fatica, di sudore. Nel 2009 decisi di andare a vedere i Campionati mondiali di atletica, a Berlino. La mattina della 50 km, mi piazzai nei pressi della Porta di Brandeburgo, dove era posizionato l’arrivo. Un’atmosfera bellissima, dopo avere seguito la sera prima il record del mondo di Usain Bolt nei 200 metri. Ma tra i poco più di 19 secondi di Bolt e le oltre 3 ore e mezza dei marciatori, preferisco le ultime. Insomma, ero lì nel cuore di Berlino quando sentii qualcuno che mi toccava le spalle e poi mi chiedeva: “E tu cosa ci fai qui?”. Era l’avvocato fanese Giuseppe Sorcinelli, che avevo conosciuto ai tempi degli Angels, del football americano, di cui facevo la radiocronaca. Risposi: “Sono qui per vedere in azione Alex Schwazer…”. “Ma dai – replicò l’avvocato -, aspetta un attimo… Giulia… Giulia, vieni che ti presento un giornalista tifoso di Alex”. Giulia è Giulia Mancini, manager di Alex Schwazer, ma anche di Carolina Kostner e in passato di Deborah Compagnoni, Ghedina, Alphand e altri grandi campioni, con una presenza importantissima nella Juventus quale responsabile Area Marketing Atleti. Giulia è una delle donne più importanti nel mondo dello sport. Sorpresi Giulia e Giuseppe, sorpreso io. Purtroppo, Alex si ritirò, vittima di mal di stomaco. Mi arrabbiai non poco, non con Alex, ma con i tifosi italiani che alla Porta di Brandeburgo diedero vita a una sorta di un calcistico Processo del Lunedì. Seguo lo sport da una vita, conosco le variabili e soprattutto non dimentico che dentro una maglia, sia di basket che di atletica o di altri sport, c’è un uomo. Così scrissi una lettera a Giulia Mancini, esprimendo questi sentimenti e incoraggiando Alex. Giulia mi ringraziò invitandomi a partecipare alla festa che Alex e il suo Fans Club organizzano ogni anno a Calice, piccola frazione di Racines dove Schwazer è nato e vive, o a Vipiteno. Ci andai. E il… premio fu una… durissima camminata in montagna. Rimanemmo in contatto…”.

E avete scritto un libro…
“In verità, io avevo scritto già un libro… di basket, “Dietro i canestri”, dedicato ai miei trent’anni al seguito della Scavolini Basket. L’ho scritto con il cuore, impiegando alcuni anni. Non è la storia della Vuelle, ma c’è tanto della storia della Victoria Libertas, che poi è la squadra che amo di più. Pensate che sono socio del F.C. Barcelona e simpatizzo per il Milan, ma ho tifato per i catalani nella sfida di Champions League. Eppure, quando i blaugrana incontrano (forse è meglio dire hanno incontrato) la Scavolini, io dimentico di amare il Barcelona e tengo solo alla Vuelle. Dunque, nel libro ho raccontato il mio amore per una squadra e per uno sport, la pallacanestro. E soprattutto ho reso omaggio a chi ha fatto parte, e fa parte di questo mondo. A molti è piaciuto, ad altri no. Mi ha dato fastidio, però, che colleghi ai quali ho dedicato attenzione, spazio, anche rubandolo ai giocatori, abbiamo detto che ho scritto un’autobiografia. Una bugia che mi ha infastidito…”.

Veniamo a “Quelli che camminano”.
“Il mio editore, Roberto Mugavero, una grande personaggio che guida Minerva Edizioni, conoscendo la mia passione per la marcia, il mio tifo per Alex, mi propose di dedicargli un libro. Ne parlai con Giulia, che però era già in parola con Mondadori. “Ma se dovesse saltare, sarò lieta di incontrare Mugavero. A proposito: chi potrebbe scrivere il libro su Alex?”. Mi venne in mente il nome di un bravo giornalista e lo confidai a Giulia, che condivise la mia idea. Dopo qualche tempo, una mattina, mentre camminavo spedito in Viale Trieste, ricevetti una telefonata. Giulia mi informava che – dopo un incontro con Andrea Delmonte, responsabile del settore di Mondadori – avevano deciso di propormi l’incarico di scrivere un libro firmato dal campione olimpico su come fare sport iniziando a camminare. Non l’autobiografia, ma i consigli utili per chi vuole vivere meglio facendo sport. E cosa c’è di più semplice di camminare? Pensarono a me per la mia passione quotidiana. Sono andato a Calice, mi sono fermato una settimana e ho scoperto che Alex Schwazer non è solo un campione. E’ molto di più. Le sue idee, i suoi consigli, la sua esperienza mi hanno consentito di aiutarlo a scrivere un libro che piace. Sono lieto di avere offerto il mio contributo. In verità, Mondadori voleva che io fossi il “ghostwriter”, lo “scrittore fantasma”. Rifiutai. Ci tenevo moltissimo che il mio nome comparisse nel libro. Leggere “A cura di Luciano Murgia” nella sesta pagina, subito dopo “Alex Schwazer QUELLI CHE CAMMINANO Passo dopo passo, i miei consigli per il tuo benessere quotidiano”, è motivo di orgoglio. Ancor più oggi, dopo che Giulia mi ha informato del premio”.

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