Nanni Moretti, pubblico da stadio. Mostra, i premiati

PESARO – Pubblico da stadio per Nanni Moretti. Tutto esaurito allo Sperimentale con Nanni Moretti a colloquio con Vito Zagarrio e Bruno Torri. Il regista ha raccontat i suoi pomeriggi da quindicenne al cinema prima di allenarsi in piscina nella squadra di pallanuoto mentre, alle sue spalle, andavano le immagini di ‘Palombella Rossa’. Poi, la rivelazione: il prossimo «girerò con Madonna».

Serata di premiazioni alla 48a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema: alle 20.00 al Teatro Sperimentale sono stati assegnati i riconoscimenti ai film scelti dalle giurie. Dopo la visione della Finale dell’Europeo 2012 tra Italia e Spagna, proiettata in diretta in Piazza del Popolo, si terrà alle 23 al Teatro Sperimentale la proiezione del film di chiusura del festival Amori in corso, ricordo del regista Giuseppe Bertolucci recentemente scomparso. La Mostra si concluderà definitivamente domani con la replica (ore 10.30, Cinema Teatro Sperimentale ) dell’opera vincitrice del concorso PNC: DJECA/BUON ANNO SARAJEVO di Aida Begić.

Incontro con Nanni Moretti, Pesaro film fest 2012 - ph luigi angelucci

I PREMI

CONCORSO PESARO NUOVO CINEMA 2012 – PREMIO LINO MICCICHÈ

Sette i film in gara nel Concorso Pesaro Nuovo Cinema – Premio Lino Miccichè, la sezione competitiva (con un premio di tremila euro) istituita otto anni fa:

dal Giappone Tokyo Playboy Club di Yosuke Okuda, un’intricata storia di yakuza ambientata nei bassifondi di Tokyo in odore di Tarantino, dalla Thailandia In April the Following Year, There Was a Fire di Wichanon Somumjarn riflette le recenti tendenze del cinema thailandese in un complesso affresco che mescola realtà e immaginazione, passato e presente, tra suggestioni poetiche e crudo realismo, dal Cile La Jubilada (The Retired) di Jairo Boisier Olave mette in scena invece uno sfaccettato ritratto di donna alle prese con i pregiudizi degli abitanti del suo villaggio natale, dalla Germania Unten Mitte Kinn (Lower Upper Cut) di Nicolas Wackerbarth ricorda il cinema di Cassavetes, con un gruppo di studenti che cerca in tutti i modi di mettere in scena uno spettacolo teatrale, tra paure, invidie e incomprensioni. L’Italia era rappresentata da Un consiglio a Dio di Sandro Dionisio il quale, con uno stile crudo e poetico, narra la storia di un moderno Caronte e dei “viaggi della speranza”. Sharqiya di Ami Livne è un esempio di cinema israeliano contemporaneo che riflette sulla difficile realtà beduina. Infine dalla Bosnia-Erzegovina Djeca (Buon anno Sarajevo) di Aida Begić, una tragica storia su due orfani della guerra jugoslava e sul loro difficile adattamento alla società contemporanea, un film che sarà distribuito in Italia da Kitchenfilm.

A decretare il vincitore, una giuria compostadalla regista Antonietta De Lillo, dall’attrice Francesca Inaudi e dal critico e cronista cinematografico Boris Sollazzo.

FILM VINCITORE:

DJECA / BUON ANNO SARAJEVO di Aida Begić

QUESTA LA MOTIVAZIONE:

La giuria del 48imo Pesaro Film Festival decide, all’unanimità, di aggiudicare il primo premio al film Djeca di Aida Begić.

Djeca, di Aida Begic, è un film post-traumatico. Un film che ha il pregio di riuscire a parlare senza traccia di patetismo delle conseguenze devastanti della guerra in Bosnia, e allo stesso tempo di ogni conflitto, di ogni shock bellico. E’ un’opera dalla delicatezza dolce e dolorosa, come l’interpretazione dell’intero cast, sostenuto dalla superba performance della protagonista, che nonostante la giovane età esprime la maturità e l’asciuttezza degne di una grande attrice.

Un film modernamente neorealista che mescola con perfetto equilibrio finzione e pochissimi elementi documentari, appena accennati e laceranti.

Un film in cui il grande talento della regista accompagna lo spettatore nella prospettiva di uno sguardo femminile pudico e potente, empatico e tagliente ma totalmente privo di auto indulgenza. Uno sguardo dolente ma in fondo carico di speranza. Quello di una donna e di una generazione che non ha alcuna intenzione di arrendersi.

DJECA / BUON ANNO SARAJEVO

Il film racconta la drammatica storia di due fratelli nella Sarajevo contemporanea, orfani a causa della guerra, e delle loro difficoltà di inserimento in una società che sembra essersi dimenticata delle vittime del conflitto. La sorella maggiore Rahima (interpretata da Marija Pikić) dopo un’adolescenza turbolenta sembra trovare conforto nell’Islam e spera che il suo fratellino Nedim (Ismir Gagula) possa fare lo stesso, ma questi pare più incline a incamminarsi verso un futuro di criminalità.

 

La regista Aida Begić, certamente una delle autrici più interessanti del cinema bosniaco, rende esplicita – pur lavorando tra le righe – la difficile situazione della Bosnia contemporanea, fatta di divisioni e confini invisibili; una frammentazione che non ha permesso quella “ricostruzione” che si auspicava alla fine del conflitto. La realtà del paese emerge anche grazie all’intensa interpretazione di Marija Pikić, fatta di sguardi, silenzi, piccoli gesti. Djeca è la storia di persone divise da confini soprattutto mentali, la storia di tre popoli distrutti da una guerra fratricida, nella quale nessuno ha vinto e tutti ne sono usciti pagando un prezzo altissimo. Ora questi popoli non hanno più contatti tra di loro e vivono come vicini che non si conoscono.

Il personaggio di Rahima simboleggia perfettamente il destino di un Paese che vive ancora tra le macerie, se non fisiche almeno spirituali. Con un passato turbolento da ribelle, tipico di chi non è riuscito ad inserisi nella società nella quale vive, riesce a cambiare profondamente una volta che acquista consapevolezza del ruolo di responsabilità che ha nei confronti del fratello più piccolo e, soprattutto, attraverso la scelta di avvicinarsi all’Islam.

Alla conferenza stampa del film erano presenti la protagonista Marija Pikić e Emanuela Piovano, fondatrice e animatrice della casa di distribuzione Kitchenfilm che distribuirà il film in Italia col titolo Buon anno Sarajevo.

La testimonianza della giovane attrice è stata interessante proprio per capire come il film rappresenti realisticamente una realtà difficile che lei stessa si è trovata a vivere, nonostante ammetta che la sua personalità e il suo vissuto sono comunque lontanissimi da quelli di Rahima. Ha quindi raccontato al pubblico il duro lavoro svolto per avvicinarsi al suo personaggio: “Io non appartengo alla comunità musulmana, vengo dalla parte serba del paese, non sono di Sarajevo e appartengo a una generazione che non ha vissuto da vicino quello che è successo; per prepararmi ho passato molto tempo nelle strutture sociali dove vivono i bambini di Sarajevo. Lì sono entrata in contatto con i loro sguardi, che ho cercato di capire e restituire. Anche Aida, che invece appartiene alla comunità musulmana, mi ha aiutato ad avvicinarmi a una figura così diversa da me insegnandomi a indossare il velo, a portarlo come fosse naturale per me.”

Marija Pikić ha spiegato che la storia del film è il ritratto della sua generazione, quella che ha avuto la vita più dura a causa della violenza e brutalità delle divisioni che la guerra ha generato. La domanda che il film si pone e alla quale prova a dare risposta, si muove su una linea temporale che lega indissolubilmente passato e futuro: “Se ci siamo fatti la guerra quando eravamo tutti fratelli, ora che non lo siamo, ora che siamo così divisi, così poco consapevoli delle vite degli altri, cosa succederebbe se ci fosse una guerra oggi?” L’attrice conclude l’intervento spazzando via queste nubi; una testimonianza di speranza, uno spiraglio di ottimismo trapela dai suoi dolci occhi: “le nuove generazioni, come la mia, non sono legate ai temi della nazionalità e dell’identità come quelle che hanno visto e fatto la guerra. Queste generazioni non credono che ci possa essere la guerra. Per esempio cominciano a tornare i matrimoni misti, questo vuol dire che ci stiamo riavvicinando, che torniamo a mischiarci, sarà un processo lento, ma è cominciato”.

Crediti

Aida Begić

DJECA/ Children of Sarajevo

Bosnia-Erzegovina/Germania/Francia/Turchia 2012, 90’, colore

sceneggiatura/screenplay

Aida Begić

fotografia/cinematography

Erol Zubčević

montaggio/editing

Miralem Zubčević

suono/sound

Igor Čamo

interpreti/cast

Marija Pikić, Ismir Gagula, Nikola Đuričko, Staša Dukić, Velibor Topić

produzione/production

Film House Sarajevo in co-produzione con Rohfilm, Les Films De l’Apres-midi, Kaplan Film

distribuzione italiana/italian distribution

Kitchenfilm

Trama

Rahima, 23 anni, e il fratello quattordicenne Nedim sono orfani della guerra in Bosnia. Vivono a Sarajevo dove la società, che si trova in una fase di transizione e cambiamento, ha perso ogni compassione verso i figli delle vittime del conflitto. Dopo un’adolescenza inquieta, Rahima ha trovato conforto nell’Islam e spera che Nedim segua le sue orme. A scuola, però, Nedim si scontra violentemente con il figlio di un potente ministro: da ciò scaturiscono una serie di eventi che portano Rahima a scoprire la doppia vita di Nedim.

Biografia

Aida Begić (Sarajevo 1976) ha studiato all’Academy of Permorming Arts di Sarajevo. Il suo film di diploma Prvo, smrtno iskustvo/First death experience è stato presentato al Festival di Cannes 2001 e ha vinto numerosi premi. Il suo lungometraggio d’esordio Snijgeg/Snow ha vinto nel 2008 il Gran Prix della Semaine de la critique al Festival di Cannes. Attualmente insegna all’Academy of Permorming Arts di Sarajevo e nel 2009 ha fondato la società di produzione indipendente Film House. Djeca/Children of Sarajevo è stato presentato al 65° Festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard e ha ricevuto la menzione speciale della giuria.

Filmografia

Prvo, smrtno iskustvo/First death experience (2001, cm), Sjever je poludio/North went mad (2003, cm), Snijgeg/Snow (2008), Do not forget me Istanbul (2011), Djeca/Children of Sarajevo (2012)

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PREMIO “PESARO CINEMA GIOVANE”

La giuria giovani, composta da studenti e neo laureati dell’Università di Urbino “Carlo Bo”, ha assegnato il premio a:

DJECA / BUON ANNO SARAJEVO

QUESTA LA MOTIVAZIONE:

Per la tematica trattata che approfondisce argomenti spesso trascurati o affrontati superficialmente; per l’alta qualità della fotografia e del montaggio; per l’aspetto emozionale che va oltre l’inchiesta asettica suscitando un coinvolgimento profondo nella soggettività della bravissima e giovanissima protagonista, la giuria giovani decreta vincitore della 48esima mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro il film Djeca – Children of sarajevo di Aida Begic

MENZIONE SPECIALE: SHARQIYA di Ami Livne

QUESTA LA MOTIVAZIONE:

Vogliamo anche riservare una menzione particolare al film Sharqiya di Ami Livne per la prospettiva originale attraverso la quale emerge il tema della speranza in uno scenario problematico come quello israeliano.

CREDITI

Ami Livne

SHARQUIYA

Israele/Francia/Germania 2011, 82’, colore, DCP

sceneggiatura/screenplayGuy Ofran

fotografia/cinematographyBoaz Yehonathan Ya’acov

montaggio/editingZohar Sela

musica/music Assif Tsahar

produttore/producer Eyal Shiray, Elie Meirovitz, Itai Tamir

produzione/production Golden Cinema Arava, EZ Films, Laila Films

interpreti/cast Adnan Abu Wadi, Maysa Abed Alhadi, Adnan Abu Muhareb, Eli Menashe

Trama

Kamel, un giovane beduino, vive in un piccolo villaggio nel deserto e lavora come guardia di sicurezza alla stazione centrale di Be’er Sheva, una città nel sud di Israele. Un giorno, di ritorno dal lavoro, scopre che c’è un ordine di demolizione per la baracca di latta nella quale vive con la moglie. Pensa allora di piazzare una bomba alla stazione centrale e di scoprirla lui stesso prima che esploda. Diventando l’eroe del giorno, potrà così tentare di salvare il suo insediamento…

Biografia

Ami Livne (Tel-Aviv -Israele- 1975), è uno sceneggiatore, produttore e regista. Ha studiato cinema al Beit-Berl College ed è stato selezionato al Berlinale Talent Campus. Ancora studente ha prodotto e diretto documentari brevi per poi dedicarsi ai cortometraggi di finzione. Sharqiya è il suo primo lungometraggio ed è stato presentato al Festival di Berlino 2012.

Filmografia

Golda (2001, cm), Famme fatal club (2002, cm), A student story (2002, cm), We Are Winning!? (2003, cm), 3 against 1 (2003, cm), Kalya (2008, cm), Musical chair (2009, cm), Temp job ( 2009, cm), Sharqiya (2011).

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PREMIO DEL PUBBLICO

Come è noto alla Mostra di Pesaro, la sezione Cinema in Piazza” propone una selezione dei titoli presenti nelle sezioni principali del festival adatti per un pubblico meno specializzato ma altrettanto curioso. Le cinque pellicole che hanno partecipato a questa sezione sono state: Barbara di Christian Petzold, Sharqiya di Ami Livne, La Jubilada (The Retired) di Jairo Boisier, Unten Mitte Kinn (Lower Upper Cut) di Nicolas Wackerbarth e Djeca (Buon anno Sarajevo) di Aida Begić. Gli spettatori della “piazza” dell’edizione 2012, che hanno votato alla fine di ogni proiezione e sul sito fel festival, hanno assegnato il PREMIO DEL PUBBLICO al film:

BARBARA di Christian Petzold

La pellicola tedesca ha conquistato il pubblico della Piazza e ha trionfato con una media di 3,2 punti (su 4), distanziando di misura il vincitore del Concorso Djeca di Aida Begić, secondo con 3,1. Sul terzo gradino di questo podio immaginario è finito il film israeliano Sharqiya di Ami Livne con la media di 2,8

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PREMIO AMNESTY ITALIA 2012, CINEMA E DIRITTI UMANI

A DJECA / BUON ANNO SARAJEVO DI AIDA BEGIĆ IL PREMIO “CINEMA E DIRITTI UMANI” DI AMNESTY INTERNATIONAL ALLA MOSTRA INTERNAZIONALE DEL NUOVO CINEMA DI PESARO

Il premio “Cinema e diritti umani” di Amnesty International Italia alla 48ma Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro è stato assegnato al film “Djeca” della regista bosniaca Aida Begić da una giuria presieduta da Paolo Fosso e composta da Andrea Paolotti e da un rappresentante di Amnesty International Italia.

QUESTA LA MOTIVAZIONE:

Con una narrazione apparentemente asciutta ma al contempo densa di suggestioni poetiche, in cui l’estetica dell’azione si mescola senza soluzione di continuità all’estetica del linguaggio, il film riesce a raccontare con decisione la condizione di una giovane e antica nazione europea. Attraverso gli occhi e la quotidianità di una donna che vive sulla propria pelle i contrasti drammatici della Bosnia post-bellica senza rinunciare alle proprie convinzioni, si sviluppa una storia che parla di diritti umani soffocati, della commistione tra criminalità e politica e del sacrificio di quello che è il fiore di una nazione ovvero la nuova generazione, resa drammaticamente e disperatamente orfana da una guerra non sua e non ancora superata.

La giuria del premio “Cinema e diritti umani” di Amnesty International Italia ha voluto esprimere anche una MENZIONE SPECIALE al documentario FERRHOTEL di Mariangela Barbanente

QUESTA LA MOTIVAZIONE:

Raccontando la vita quotidiana di una comunità di rifugiate e rifugiati della Somalia, che hanno trovato riparo in un hotel abbandonato al centro di Bari, il film delega la qualità poetica alle voci dei protagonisti. Il loro linguaggio tradizionalmente spirituale ci accompagna e ci guida nelle loro problematiche attraverso i racconti del loro tragico passato, delle loro speranze, dei loro tentativi di integrazione. Il Ferrhotel diventa rifugio per alcuni e gabbia per altri; qualcuno va, qualcuno resta. In tutti, in un presente vissuto tra incertezza e speranza, vi è la determinazione a riprendersi la propria dignità di persone.

Crediti

Mariangela Barbanente

FERRHOTEL

Italia 2011, 73’, colore

sceneggiatura/screenplayMariangela Barbanente, Sergio Gravili

fotografia/cinematographyMariangela Barbanente, Greta De Lazzaris

montaggio/editingDesideria Rayner

suono/sound Mariangela Barbanente e Francesco Colagrande

produttore/producer Gioia Avvantaggiato

produzione/productionGA&A Productions

Trama

Bari, a due passi dalla stazione centrale. Un piccolo albergo dismesso, un viavai ininterrotto di persone che entrano ed escono. Sono ragazzi e ragazze somali, la maggior parte non ancora trentenni. In tasca un permesso di soggiorno e nel loro paese una guerra che sembra non finire mai. Non sono clandestini. Hanno occupato un piccolo spazio in città per cavarsela da soli.

Biografia
Mariangela Barbanente (Mola di Bari 1968) vive a Roma, dove si è laureata in Lettere e ha studiato sceneggiatura al Centro Sperimentale di Cinematografia. Ha lavorato principalmente come sceneggiatrice, soprattutto per serie televisive. I suoi lavori nel campo del documentario sono iniziati nel 1994 con due cortometraggi per l’ENEA (Ente Nazionale per le Energie Alternative).

Sole (2000)è il suo primo lungometraggio documentario cui segue, nel 2005, la docuserie per Planet Il trasloco del bar di Vezio. Con Ferrhotel ha vinto il premio Ucca al Torino Film Festival del 2011. È coautrice della sceneggiatura di L’intervallo di Leonardo Di Costanzo, di prossima uscita.

Filmografia
Il lidar di Frascati (1994, cm), Io era una terra e’l cuor in paradiso (1997, cm), Sole (2000), Il trasloco del bar Vezio (2005), Ferrhotel (2011).

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PREMIO CINEMARCHE GIOVANI 2012

Vince MNEMONAUTICAdi Francesca Accorroni, Daiana Acosta, Eleonora Pepa.

La giuria del concorso video PREMIO CINEMARCHE GIOVANI, riservato ai giovani, entro i 30 anni d’età, che vivono, studiano o lavorano nella Regione Marche (per cortometraggi a tema libero della durata massima di 3 minuti), composta dal critico Pierpaolo Loffreda (coordinatore del Premio) e dai giornalisti Paolo Angeletti (“Il Resto del Carlino”), Alberto Pancrazi (RAI) e Claudio Salvi (“Il Messaggero”), ha assegnato a maggioranza il PREMIO CINEMARCHE GIOVANI 2012 al cortometraggio: MNEMONAUTICA di Francesca Accorroni, Daiana Acosta, Eleonora Pepa.

La giuria ha anche attribuito due menzioni speciali ai film: NUMERO 24 di Serena Zeppilli e BLACK DECEIT di Saverio Romagnoli, Licia Tofani, Gloria Verdicchio, Francesca Marinangeli, Sara Campetelli. Il video MNEMONAUTICA verrà proiettato nel corso della serata di premiazioni domenica 1 luglio.

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