Imu e patto di stabilità, due ordini del giorno

FANO – I Capigruppo Consiliari Giacomo Mattioli della Lista Civica “La Tua Fano”, Marco Cicerchia del PDL e Pierino Cecchi dell’UDC, hanno presentato due Ordini del Giorno su due temi molto attuali e sentiti dai cittadini: l’IMU e il Patto di stabilità.

“Si tratta di due proposte della Lega delle Autonomie delle Marche – spiegano in una nota – che abbiamo ritenuto opportuno recepire in questi documenti e proporre al più presto all’approvazione del Consiglio Comunale.

Mattioli Giacomo

Giacomo Mattioli, capogruppo de La tua Fano

Dopo pochi giorni dalla scadenza della prima rata dell’IMU, con il nostro primo Ordine del Giorno richiediamo al Governo di anticipare al 30/09/2012, in coincidenza con il termine fissato per l’approvazione delle aliquote IMU da parte dei Comuni, il termine oggi fissato al 10/12/2012 per l’eventuale modifica statale delle aliquote base, al fine di evitare ulteriore confusione e complicazioni per i cittadini a ridosso della scadenza del saldo.

Inoltre chiediamo che il Governo attivi un percorso legislativo che attribuisca, a decorrere dal 01/01/2013, l’intero gettito IMU a favore dei Comuni Italiani sulla base dell’accordo recentemente raggiunto con l’ANCI, intervenendo anche sulla riforma del catasto, attraverso un riequilibrio delle rendite e delle categorie catastali, che tenga conto dei diversi valori di mercato tra le diverse aree territoriali, con principi di equità fiscale.

L’ultima importante richiesta è quella che, in presenza di un gettito dell’imposta inferiore alle stime statali, il Governo si impegni a varare misure compensative e ad apportare modifiche normative che consentano ai Comuni di rispettare i parametri del Patto di stabilità evitando l’applicazione di sanzioni che rischierebbero di colpire e di bloccare l’intero sistema delle Autonomie Locali.

E proprio a proposito di Patto di stabilità, l’altro nostro Ordine del Giorno richiede la rimodulazione degli obiettivi assegnati al comparto degli Enti Locali allo scopo di sostenere una ripresa degli investimenti produttivi sul territorio, la tenuta sociale e i livelli essenziali delle prestazioni erogate alla collettività. Gli Enti Locali, infatti, realizzano oltre la metà degli investimenti pubblici ma il Patto di stabilità vincola somme che oscillano tra gli 8 e 10 miliardi di euro, impedendo agli Enti Locali di immettere liquidità per far ripartire il ciclo economico a sostegno di cittadini e imprese.

Per questo richiediamo la modifica strutturale delle regole del Patto al fine di evitare l’accumulo di residui passivi a fronte anche di consistenti avanzi di amministrazione, il ripristino dell’esenzione dal Patto di stabilità per i Comuni con popolazione compresa tra i 1.000 e i 5.000 abitanti, e una ridefinizione degli obiettivi e dei meccanismi del Patto che potrebbero consistere, come nelle proposte delle Autonomie, nel raggiungimento dell’equilibrio di parte corrente ed in un limite concertato allo stock di debito.

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