Ciclisti da marciapiede, un pericolo in più

 

PESARO – Segnaliamo all’attenzione delle autorità, dei singoli assessori per i settori di competenza, una pericolosa moda che ha preso piede da tempo in città. L’utilizzo dei marciapiede da parte dei ciclisti che invadono gli spazi altrui, tanto hanno sempre qualche politico pronto a difenderli, a prescindere.

 

Continua l'inchiesta del nostro Luciano Murgia sull'utilizzo delle piste ciclabili. Ecco un ciclista fotografato questa mattina in via Montegrappa sul marciapiede

Stamattina, in Via Montegrappa – una strada diventata terra di nessuno dove nessuno interviene a meno che non si tratti di controllare i Rom – chi camminava tranquillamente utilizzando l’unico marciapiede di una strada a senso unico, si è sentito richiamare da una signora che, in sella a una bicicletta, aveva fretta di passare. Incredibile! D’ora in avanti i pedoni dovranno camminare in mezzo alla strada per rendere più sicuri i ciclisti che vanno in senso contrario alla direzione di marcia.

 

Non è una novità, purtroppo, ma del resto Via Branca è vietata al transito delle biciclette dalle ore 16 alle 20. Inutilmente. Tanto nessuno interviene. Quando il questore Italo D’Angelo ha provato a prendere provvedimenti, gli hanno risposto con una scampanellata di protesta.

 

Chi scrive, ha avuto il piacere – la scorsa settimana – di trascorrere un paio di giorni in Svizzera. Tutti rispettavano le norme del Codice della Strada. Un piacere muoversi a piedi vedendo gli automobilisti fermarsi notando un pedone attraversare e i ciclisti che non invadono gli spazi altrui. Un altro mondo, vero. Ma perché i vigili urbani reprimono i ciclisti che parcheggiano nelle aree proibite e ignorano quelli che – mettendo a repentaglio l’incolumità dei pedoni – pedalano sul marciapiede?

 

L’Amministrazione comunale è bravissima a inaugurare nuove piste ciclabili, a progettarne altre. Ma sta facendo davvero poco per educare i cittadini al rispetto delle più elementari regole della convivenza civile.

 

E’ troppo chiedere di essere tutelati anche dai ciclisti maleducati? Per beneficio di chi legge, chi scrive va in bicicletta tutti i giorni, pedalando almeno due ore.

INTANTO resta da capire ancora l’esatta  dinamica dei fatti che ha portato in coma, e poi ad essere operato d’urgenza alla testa, Gianluca Giommi, per tutti Ciambo, 40 anni, fanese, dopo essere stato ritrovato senza sensi sulla pista ciclabile tra Pesaro e Fano. Stava tornando a casa in sella alla sua bicicletta.

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