31 maggio 2012
MILANO – L’analisi di Dalmonte è lucida, magari anche impietosa, e parte da una considerazione: il risultato finale è bugiardo.
“Credo ci sia massima condivisione che il punteggio finale non è la fotografia della partita. L’abbiamo giocata per 25 minuti con una buona presenza, a prescindere dai nostri errori o dai meriti degli avversari. Poi, nel momento in cui Milano ha fatto il break, ci siamo fatti travolgere malgrado Milano fosse sopra solo di 3 punti. Questa è una tassa che, contro una squadra come l’Armani, non puoi permetterti di pagare. Non abbiamo subìto qualcosa di straordinariamente tecnico, ci è mancata l’energia. A quel punto ci siamo fermati”.
Ma la panchina ha dato poco, Hickman è mancato. Forse la stanchezza sta affiorando prepotentemente?
“Se l’analisi è questa, allora non ci cambiamo neppure per giocare gara 3. Anche se è vero che stiamo pagando i 200 minuti con Cantù e gli 80 con Milano. Ora dobbiamo scavare e trovare ogni energia. E per quanto riguarda Hickman, Ricky è stato condizionato dai due falli immediati e comunque ha preso i tiri ed è stato aggressivo, anche senza produrre”.
Cavaliero era molto atteso in questa serie, anche perché ex. Invece…
“Abbiamo bisogno che ognuno faccia il proprio. E la forza mentale nella valutazione delle partite giocate, anche della forza straordinaria dell’avversario. Soprattutto non dobbiamo deragliare”.
Crede ancora di potere portare Milano a gara 5?
“Credo che sia impossibile fare un parallelismo con i quarti di finale contro Cantù, per il bagaglio che ci portiamo dietro. E’ inutile parlare di prossimo futuro, il nostro presente è gara 3, se non vinceremo sabato, non ci sarà futuro”.
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