di Redazione
29 maggio 2012
a cura di Stefano Giampaoli
PESARO – Con la poesia “Al mare”, nel 1906, Pasqualon inneggia al piacere di ritrovarsi lungo il litorale “Dop de tant tribolazion Soportedle fra cle stuf Tutt l’inverne sa cle buf” (Dopo i tanti patimenti Sopportati fra le stufe Tutto l’inverno con quelle bufere).
In particolare alle giovani, fra un saluto ed un’occhiatina, un sospiro e una stretta di mano, crescerà il batticuore.
Credete pure, non c’è tesoro più grande del mare che, in questi momenti, possa dare loro più godimento. Tanto è vero che le ragazze di montagna, che non possono averlo, sapete cosa fanno? S’ammalano per qualche giorno per indurre il loro medico a suggerire ai loro genitori un soggiorno al mare. I medici le apostrofano con un po’ d’orgoglio: “Signorina, ehi, su via! Questa è tutta ipocondria”. Ma alla fine devono cedere: “O’ capito, signorina, Brama l’aria di marina?”. Una volta nella nostra città, fanno subito conoscenza delle altre capricciose e si raccontano le astuzie che hanno usato per giungere al mare. D’altra parte la conversazione in montagna è possibile coi soli: L’arcipret el segreteri Sìndich mèdigh e spiziel” (l’arciprete, il segretario, il Sindaco, il medico e lo speziale). Viceversa a Pesaro, sentendo solamente la brezza del mare e la gioia di vedere tanti giovani studenti intorno a loro, possono sospirare: “Dimostrand sa un att acsé Che l’amor in chel moment I comincia a dei torment” (Dimostrando con un atto così Che l’amore in quel momento Comincia a dare loro dei tormenti). Il Poeta non nega che, se fosse un milionario, gli piacerebbe fare colazione, pranzo e cena al mare, fra quelle signore incipriate. Bramerebbe trovarsene una di fronte, dentro a un tram, che “Gonfia ben sotta el corpett; La v’infilza chi do ochiett In tel cor la v ’tira un lacc Ch’ fa vnì propi i sudor giacc” (Gonfia bene sotto al corpetto; Vi infilza quei due occhietti Nel cuore vi tira un laccio Che fa proprio venire il sudore ghiaccio). Quindi sogna di cenare al ristorante, presso gli stabilimenti del mare, fare una passeggiata fra le signore di “alta toletta” e poi fare un giro su per le mura. Se vi dovesse capitare di ricevere qualche eredità: “Gì a marena e po’ a vedrì Cum se cura l’ malattì” (Andate al mare e poi vedrete Come si curano le malattie).
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