di Redazione
17 maggio 2012
a cura di Stefano Giampaoli
Secondo la poesia di Pasqualon intitolata “Il topo di città e il topo di campagna”, “l’è più fecil d’ saltè a prèria” (è più facile saltare in aria) per chi si trova nell’abbondanza. Pasqualon scherza sulle condizioni di due topi, Butiren e Testasecca, ognuno dei quali ha i suoi dispiaceri. Un giorno, al primo “Dop magned e bud benbnen I era vnud la volontà D’ fè do pass for dla città” (dopo aver mangiato e ben bevuto, gli era venuto voglia di fare due passi fuori città).
Così esce dal buco nell’appartamento dove vive e si dirige verso Pantano; sotto l’ombra di un albero, intravede un compagno di gioventù che è intento a cercare qualche castagna, noce, patata. La sua magrezza dimostrava tutta la difficoltà della ricerca. Butiren l’apostrofa: “Testasecca! Cum te stà? … T’ si ardott mel, por disgrazied!“ … Te t’à bsogn d’arfet un po’ ». Butiren, quindi, cerca di convincere Testasecca a seguirlo in città dove c’è tanta abbondanza di lardo, formaggi, prosciutti e salami. Il topo di campagna, dopo diverse esitazioni, lo segue: “Va un po’ avanti, a vnirò dria”. Finalmente, dopo qualche ora di cammino, entrano in città. Butiren fa cenno all’amico che sono arrivati e lo invita ad entrare in un buco dicendogli: “Oh, incanted, Entra … Maché en s’ tribola la fem”. Testasecca, mentre sta per entrare, sente un gran trambusto e allora si mette a far “bubù” mettendo il muso nel buchetto. Vede il povero Butiren infilzato dalle grinfie di un grosso gatto e si mette a dire: “Oh por chen el t’à chiaped? Chi è d’ noialtre più incanted? … Ch’ val più a viva in mez ai stent Che morì fra i godiment” (Oh povero cane, ti ha preso? Chi di noi due è il più incantato? … Vale di più vivere in mezzo agli stenti Che morire fra i godimenti). Pasqualon conclude sostenendo che chi non sa cosa sia la fame è divorato, internamente, da disturbi e da passioni “E i dolor n’avrà i milion” (E avrà milioni di dolori). Il povero, al contrario, avrà pochi pensieri e dispiaceri ma sarà sempre secco, consumato dall’appetito. In conclusione, per il Poeta, entrambi vengono buggerati dalla vita.
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