Dopo i Benetton, lascia anche Toti: il basket in difficoltà

PESARO – A questo punto c’è il rischio che quella disputata mercoledì a Pesaro possa essere l’ultima in serie A della Virtus Roma.

Questo pomeriggio era in programma una conferenza stampa del presidente Claudio Toti e fin dalla convocazione in molti hanno ipotizzato potesse trattarsi del triste annuncio. Così è stato. Basta leggere il comunicato diffuso un paio d’ore fa dalla società romana per rendersi conto che la situazione è più che preoccupante.

“Sono qui a ribadire l’espressione già comunicata a gennaio tramite un comunicato di voler lasciare il basket e che questa sarebbe stata la mia ultima stagione con la pallacanestro professionistica. Oggi vorrei ampliare soltanto il concetto rispetto a questa decisione facendo un panorama di storia vissuta e dando delle motivazioni. Sono convinto del fatto che Roma meriti una squadra di alto livello e che, come accaduto in un recente passato, debba combattere per posizioni di alta classifica alla pari con Milano, Cantù, Siena e Bologna. Non trovo giusto che invece occupi delle posizioni che a mio avviso come Città non le spettano anche per quello che ha espresso nel mondo del basket nel passato, anche recente. Evidentemente è una situazione che oggi io non sono più in grado di garantire, l’ho fatto nel passato dove ci sono stati dei risultati importanti. Nella gestione di questi anni abbiamo raggiunto quattro semifinali, una finale, abbiamo vinto una Supercoppa, giocato una finale di Coppa Italia. Ma soprattutto abbiamo consolidato una posizione importante di Roma in Europa, riportando la Città nel contesto internazionale dopo molti anni. Credo che siano questi i risultati a cui deve mirare la Virtus nel futuro e io non sono in grado di garantirli, questo è alla base della mia decisione. Non sono in grado di garantirlo perché gli investimenti necessari sono molto alti. In questo momento economico particolare per l’Italia e per l’Europa il mondo dell’edilizia, di cui io sono un rappresentante su Roma, licenzia venticinquemila persone soltanto nel 2011 nel Lazio, e il mondo del commercio licenzia ventunomila persone sempre nel 2011 io credo che non sia giusto che il Gruppo che io rappresento investa risorse così importanti nel basket. Investendo di meno si potrebbe fare un’altra squadra, ma su questo punto io non mi trovo perché non condivido che Roma abbia una squadra di secondo piano e non mi sento di voler sposare un programma del genere”.

Toti saluta, la famiglia Benetton lo ha fatto da tempo, numerose società sono alle prese con situazioni economiche drammatiche (alcune non pagano da mesi gli stipendi ai giocatori e agli altri componenti lo staff tecnico e dirigenziale). In questo contesto è sorprendente che, prima e dopo la partita con Roma, non pochi tifosi abbiano fermato il presidente della Vuelle Franco Del Moro per sollecitare l’ingaggio di un giocatore in grado di aiutare la Scavolini Siviglia a puntare in alto, molto in alto. Dispiace che molti non si rendano conto del pericolo dietro l’angolo. Come ha sostenuto più volte Valter Scavolini, una persona e una famiglia che meriterebbero un monumento per quanto fatto a favore dello sport pesarese, i margini sono strettissimi. Senza un co-sponsor, non ci sarà futuro. L’amministrazione comunale è impegnatissima a battere tutte le piste possibili per risolvere il problema, ma al momento non sembrano esserci novità.

In questo contesto, però, dispiace ancora di più sentire dire da qualche tifoso di basket che si potrebbe rimediare togliendo il contributo alla squadra di volley, alla Robur che ha regalato tre scudetti e tanti altri trionfi alla città, per darlo alla Victoria Libertas. Ognuno pensa – egoisticamente – al proprio giardino, e lo fa sentendosi in diritto di decidere come gli Scavolini investano il loro denaro. Ci sembra la battaglia peggiore, una scelta di retroguardia. Come se un padre di famiglia che può mettere in tavola un solo piatto di minestra decidesse di darlo tutto a un figlio lasciando l’altro a digiuno.

Abbiamo il massimo rispetto per la famiglia Scavolini, per la sua bellissima storia. Facciamo il tifo perché arrivi un secondo sponsor, che porti o meno grandi giocatori. Ci interessa di più che Pesaro continui ad avere una squadra in serie A. Alla luce di quanto sta succedendo altrove, in storiche piazze quali Roma e Treviso, sarebbe già un grandissimo successo. Quello che dovesse arrivare in più regalerebbe ulteriore felicità.

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