Ristorante vietato ai politici. Monta la polemica

FERMIGNANO – Ha piazzato un cartello rivolto ai “politici di ogni livello e di qualsiasi incarico”. Lo ha affisso nella country house, «Locanda la brace», di Fermignano con un consiglio molto chiaro: “Non entrate in questo locale e non frequentatelo”.

Lo ha scritto lo chef Lorenzo Vedovi, 36 anni, il titolare.  Una provocazione che indigna gli stessi politici ma che è in linea con il sentimento che in Italia sta montando da tempo e figlio, alla fine di ogni conto, di una classe politica che promette tagli e non li fa, cambia il mondo ma resta sempre attaccata alla poltrona, cerca di reinventarsi ma mantiene sempre gli stessi uomini che godono di stipendi e benefit da sceicchi mentre il resto degli italiani convive con gli stipendi più bassi d’Europa e la pressione fiscale da record mondiale. L’iniziativa di Vedovi, a dire il vero, segue il comportamento adottato da altri titolari di pubblici esercizi. A Varese, infatti, il primo a pensarci è stato un calzolaio lo scorso gennaio. Tutto era partito dallo sfogo di chi, deluso dalle politiche del comune di Varese, in quella che era una via del centro, aveva deciso di mettere sulla sua vetrina un cartello con su scritto “vietato l’ingresso ai politici”. Un’iniziativa, benchè isolata, così di successo che l’artigiano è stato sommerso di interviste e di commenti su Fb.  Ora, il suo sfogo sta diventando una battaglia nazionale. Il consiglio a “tutti i rappresentanti di partiti politici ad ogni livello, di qualsiasi incarico” di non entrare nella sua country house di Fermignano per “le problematiche esasperanti che si stanno vivendo in questo nostro splendido Paese, causate dalla vostra categoria”. L’iniziativa del ristoratore è stata contestata dal coordinatore della Lega Luca Rodolfo Paolini. “A quando l’obbligo per chi fa politica di girare con una stella gialla sulla giacca come gli ebrei sotto Hitler?” ha polemicamente chiesto Paolini.

Divieto di accesso ai politici. Ecco il cartello usato sul blog di Grillo

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Intanto, per questo Primo di maggio, è già scattato il blitz della Finanza per scovare agriturismi (in provincia ce ne sono più di 300) non in regola e altre categorie che non emettono scontrini o fatture.

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