PESARO – Dalmonte chiama, Pianigiani risponde. Nel senso che, prima della sfida dell’Adriatic Arena, posticipata di 26 ore per la concomitanza con la visita del Presidente Napolitano, i due – colleghi in Nazionale, dove Simone è il capo allenatore, e Luca l’assistente – hanno espresso rispetto e ammirazione per l’avversaria. Dalmonte anche per la società toscana, che lui conosce bene avendo lavorato a Siena (1998/99).
Detto questo, continuiamo a pensare che la scelta era evitabile ed è stata punitiva per la Victoria Libertas, che giocando il giorno di festa avrebbe fatto un cospicuo incasso.
Pianigiani – intervistato da MontepaschiMsbTv – è partito dai numeri, inequivocabili.
“Pesaro ha espugnato Siena, ha battuto due volte Cantù e vinto in casa con Milano, giocandosela punto a punto anche in trasferta. Sono risultati che la dicono lunga sulla qualità dei suoi giocatori e soprattutto di come giocano insieme”.
Il coach azzurro pluricampione d’Italia è convinto che la sua squadra sia attesa da…
“Una gara complessa, ma che dà sicuramente molti stimoli per continuare nel nostro tentativo di fare partite importanti, credibili anche in situazioni di massima emergenza. Rispetto a quello che eravamo, abbiamo perso anche Moss. Abbiamo tesserato Mačiulis, ma ha fatto solo un paio di allenamenti e nemmeno al completo con noi e vedremo quanto potrà essere utilizzato. Giocare contro una squadra che è in grande condizione, sta esprimendo una pallacanestro eccellente, è in fiducia, lotta per le primissime posizioni e potrà contare sull’entusiasmo del pubblico amico, è un test di grande durezza. Noi siamo consapevoli che, arrivando con la serenità che ci hanno dato le ultime due vittorie casalinghe e il conseguente piccolo vantaggio sulle inseguitrici, sarebbe un segnale importante fare una partita credibile a Pesaro. E’ con questo spirito che ci rechiamo lì, con cui giocheremo ogni partita da qui alla fine della stagione regolare, cercando di inserire Mačiulis e magari di recuperare qualcuno”.
Simone Pianigiani giudica la Scavolini Siviglia.
“E’ una squadra molto atletica, che sa spaziarsi bene. Ha giocatori che sanno attaccare il ferro e proporre il penetra e scarica. Può schierare due, a volte anche tre playmaker, perché Cavaliero è un play aggiunto. Ha capacità di giocare con cinque piccoli con i quali enfatizza ancora di più la velocità di aprire il campo che ha Jumaine Jones. Pesaro sa cambiare atteggiamento difensivo a seconda giochi con o senza il centro. Tanti gli spunti offerti da una squadra che ha fatto e sta facendo un campionato così importante. Ma siamo in primavera ed è il momento delle partite importanti. Noi vogliamo dimostrare che, pur con un roster ridotto, perché negli esterni abbiamo solo Aradori e Carraretto, siamo pronti ad affrontare partite stimolanti”.
Mačiulis non sarà ancora pronto ma è sicuramente un giocatore importante…
“Stiamo parlando di un elemento di grande scuola – commenta Luca Dalmonte -, che ha giocato a livello di Eurolega, da inserire in un sistema importante. Conosce benissimo la pallacanestro, il nostro basket. Se ti chiami Mačiulis ed entri dentro un sistema come quello di Siena, tutto diventa più facile”.
Quella con Sassari era la partita della svolta, quella con Siena?
“Con Sassari cercavamo i due punti che ci consentissero di provare a entrare in una delle prime quattro posizioni, con Siena vogliamo conquistare un bonus unico per l’economia del nostro campionato”.
Dopo l’infortunio di Cusin, Lydeka ha fatto una partita straordinaria, poi due meno consistenti perché ha affrontato lunghi veloci ma non ingombranti fisicamente. Siena ha lunghi di stazza, ma anche atipici.
“Tau dovrà superarsi, avere un livello altissimo di concentrazione, perché quando giochi contro avversari polivalenti che non danno punti di riferimento, devi essere attento, pronto su entrambi i punti, dentro e fuori”.
Luca Dalmonte è amico sia di Pianigiani sia di Scariolo: come sta vivendo questa battaglia a distanza – anche mediatica – tra i due coach, tra Siena e Milano.
“Essere amico, o avere stima, non significa una telefonata in più o in meno… Si può essere legati anche senza sentirsi per lungo tempo. Io vivo questa sfida in assoluta serenità. Non è che ci sia in corso una guerra santa, ma solo un dualismo…”.
Potenzialmente anche per lei – dicendola con Scariolo – potrebbe esserci un conflitto di interessi.
“Aborro il termine conflitto di interessi, perché è implicito che c’è qualcosa che non funziona. Posso essere amico di uno e dell’altro anche se magari il loro rapporto non esiste. Non vivo di schieramenti, ma di rapporti”.