di Redazione
25 aprile 2012
a cura di Stefano Giampaoli
Pasqualon inizia il racconto de “Il I° Maggio del 1911” ricordando quanto era avvenuto nella festa del lontano 1898. Quel I° Maggio era stata una pagina dolorosa della nostra vita nazionale. Il popolo aveva fame ed il prezzo del pane era stato aumentato. Anche nella nostra città ci fu il tentativo di saccheggiare qualche palazzo e qualche negozio ma la “cavalaria” (cavalleria militare), con le sciabole sguainate, aveva impedito ogni assembramento. Anche Odoardo Giansanti era stato coinvolto da quei fatti. Ricorda: “Era tut un urlament Par i sbocch de tutt le stred I fugiva spavented Omi e don sa i fioi in ti bracc L’era un giorne un po’ brutacc” (Era tutto un urlo, per gli ingressi di tutte le strade, uomini e donne fuggivano spaventati con i figli nelle braccia, era un giorno un po’ bruttaccio). Il Poeta stesso, per ordine del Prefetto, era stato costretto a non declamare i suoi versi per le strade. Gli fu proibito: “Da formè sti grupp de gent Cum adess ch’a m’ stè dintorne” (Di formare dei gruppi di gente, come adesso, che mi state d’intorno). Il divieto non riguardò solo il primo giorno di maggio ma durò tutto un mese. Non poté “lavorare” e “Le budella fecero gluglù”. Anche nel 1911 i prezzi erano saliti alle stelle. Otto “tegh” (baccelli) di fava costavano un soldo e i carciofi, per il loro prezzo altissimo, chi li voleva? Pasqualon sostenne che, nella festa del lavoro, solo i “gross” (intesi come “ricchi”) potevano essere allegri e cantare. Allora rivolse un appello ai governanti: “Liberec da sta canaja! Contentè ma la povraja, Finivla ormei d’ portela a spass” (Liberateci da questa canaglia! Accontentate la gente povera, finitevela di prenderla in giro). E continua: Obbligate questi briganti a non scannarci più di tanto; specialmente in pescheria dove, piuttosto gettano via il pesce, dopo che è diventato fracido, anziché venderlo prima a buon mercato. Poi si augura che il controllo si estenda al Comune: “Osservè de là e de qua Cum se gverna sta città … Controlè ma sti tripon Anca in tle Amministrazion” (Osservate di la e di qua come si governa questa città … Controllate questi tripponi anche nelle Amministrazioni). Dopo, allora, il Primo di Maggio si avrebbe splendida armonia, tutti insieme e, contenti, si canterebbe: “Viva el Magg dla libertà”.
(continua)
Articolo pubblicato in: Pasqualon
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