Un pericolo May nel giorno di aprile

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31 marzo 2012

PESARO – May, maggio, un pericolo nel primo giorno di aprile. Non è la prima volta per Pesaro, che in passato ha dovuto fare i conti con Scott e adesso si trova di fronte Sean.

La Fabi Shoes punta a confermare il successo maturato nella gara di andata, la Scavolini Siviglia a prendersi la rivincita, confermando il valore della classifica (30 a 20 per i biancorossi). A Montegranaro, facendosi forti delle 7 vittorie a 2, ritengono di essere la “regina delle Marche”. I tifosi pesaresi si stanno organizzando per dare loro… ragione.

Per motivi vari Montegranaro ha stravolto il roster che ad inizio stagione comprendeva Brunner, Kiksay e Antonutti. Fuori tre, dentro uno: Sean May, figlio d’arte, prodotto di North Carolina.

Scott May

Suo padre Scott, un grandissimo giocatore, è stato avversario dei biancorossi pesaresi negli anni 80. Portato in Italia dalla Cidneo Brescia (82/83), Scott – che veniva da Indiana – ha giocato anche nella Berloni Torino (tre stagioni, dall’83/84 all’85/86), quindi nel Banco Roma e all’Enichem Livorno.

Una curiosità: Scott May ha esordito in Italia proprio a Pesaro, contribuendo alla vittoria di Brescia con il punteggio di 86-74. Era il 26 settembre 1982 e si giocava la prima giornata di andata. La Scavolini si prese una rivincita nella gara di ritorno, espugnando Brescia 109-108.

Ancora una vittoria per May l’anno successivo e ancora a Pesaro. Passato alla Berloni, guidò i torinesi al successo nella sesta di andata disputata in Viale dei Partigiani: 73-92. La Berloni bissò il successo anche nel ritorno al PalaRuffini di Torino: 92-89. Fu una stagione magica per i piemontesi sponsorizzati dai cucinieri pesaresi: l’Auxilium Berloni approdò alle semifinali, dove fu eliminata dalla Granarolo Bologna poi campione d’Italia.

Anche la stagione successiva, era il 7 ottobre 1984 e a Torino si giocava la seconda di andata, vinse (ma di strettissima misura, 79-78) la Berloni, che si impose anche al ritorno a Pesaro 85-82.

L’anno dopo, stagione 1985/86 -13^ di andata a Pesaro – vittoria della Scavolini (94-83); nel ritorno ancora un successo Berloni con un solo punto di scarto: 94-93. Nei playoff, la Scavolini fu eliminata da Brescia, che a sua volta uscì per mano della Berloni. May e compagni approdarono in semifinale dove sorpresero in gara 1 la Simac Milano, senza riuscire a concludere l’opera in casa. I milanesi vinsero gara 2 e gara 3 e pois i aggiudicarono lo scudetto contro Caserta.

May, che era il cuore e l’anima della Berloni, ma su invito del suo mentore italiano, il professor Dido Guerrieri che era passato al Banco di Roma, lasciò Torino per approdare nella capitale, mentre la Berloni continuava a sponsorizzare l’Auxilium. Era l’86/87. A Pesaro vinse nettamente (114-92) la Vuelle che bissò il successo al PalaEur: 101-104.

Le due squadre si ritrovarono nei playoff, ed è qui che viene alla luce una curiosissima coincidenza. In gara 1 successo pesarese in Viale dei Partigiani (107-95); rivincita romana (102-94) in gara 2. Era necessario giocare la terza partita, a Pesaro, passata alla storia per il clamoroso scherzo, il pesce d’aprile, organizzato da Radio Città. Si giocava, infatti, il Primo Aprile 1987, un giovedì sera. Nel corso della rassegna stampa delle ore 7,30, Radio Città – complici due tifosi, Marco Piccoli dell’Inferno Biancorosso e Renato Tonucci del Club Tifosi Basket Pesaro – annunciò che la partita si sarebbe giocata a Rimini, dove era in corso il Congresso Nazionale del Partito Socialista, il cui segretario Bettino Craxi era grande appassionato di basket. E non si dimentichi che il presidente della Legabasket era l’onorevole Gianni De Michelis, l’uomo che portò milioni con il contratto Rai. Un’altra coincidenza curiosa: uno dei più stretti collaboratori di De Michelis nella Legabasket è stato Sandro Crovetti, oggi general manager della Fabi Shoes.

Dunque, lo scherzo fu clamoroso, molti tifosi si precipitarono nella sede della Vuelle, in Via Paterni, facendo impazzire la segretaria Marilena e il direttore sportivo Cosmelli. Ovviamente si giocò a Pesaro, in Viale dei Partigiani, e vinse 74-72 la Scavolini, ma Roma contestò a lungo l’arbitraggio.

La stagione successiva, Scott May giocò a Livorno, sponda Libertas sponsorizzata Enichem. I suoi 13 punti non bastarono per impedire la vittoria pesarese (99-90) nella gara di andata nel vecchio hangar. Ballard ne segnò 30, Petrović 20, Magnifico 24. Era l’11 ottobre 1987. Rivincita livornese nella gara di ritorno. Nel 115-98 labronico, 23 i punti del grande Scott May. Ai biancorossi di Bianchini non bastarono i 30 di Petrović. Fu l’ultima sfida del padre d’arte alla Scavolini. E chissà se papà Scott ha raccontato al figlio Sean che cosa vuole dire affrontare la Scavolini. Sean è arrivato da poco e non ha disputato la gara di andata, ma domenica – quando scenderà in campo al PalaRossini e guarderà la curva biancorossa – capirà che non c’è solo tifo, ma anche grande ironia. Già, se è vero che la tifoseria Sutor si considera “la regina delle Marche”, la Vecchia Guardia ha allestito una scenografia ad hoc.

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