Un appassionato piemontese: “Arbitri, lasciate decidere le partite ai giocatori”

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20 febbraio 2012

PESARO – Claudio Chiambretti, operario piemontese appassionato di basket, ha scritto a Pianeta Basket per esprimere legittime e condivisibili considerazione su quanto accaduto nelle due semifinali di Coppa Italia. Lo abbiamo contattato per chiedergli di potere pubblicare su PU24 la lettera e ci ha concesso volentieri l’autorizzazione.

Arbitri di basket

Una terna di arbitri

Buongiorno a tutti. 
Sto per andare a vedere la finale di Coppa Italia, abito vicino a pochi minuti di macchina dal Palaolimpico, ma lo faccio solo per difendere i soldi che ho speso a dicembre per accaparrarmi i biglietti a un prezzo scontato. Direte: “che me ne frega?”, e io rispondo che dopo aver visto le semifinali, sinceramente mi è passata la voglia di andare a vedere questa finale. Il motivo sta nell’ultimo minuto di entrambe le partite: avrei voluto che chiunque avesse vinto, l’avesse fatto tramite una giocata o al limite su una disattenzione dell’avversario, insomma grazie a un fattore tecnico e invece in entrambi i casi la mano pesante degli uomini in grigio s’è fatta sentire parecchio, tanto da decidere chi fossero le finaliste. Certamente a Siena e a Cantù non saranno d’accordo, ma fischiare un misterioso fallo di Fotsis 10 secondi dopo la bomba di Bremer e ancor prima che entrambe le squadre si schierassero per l’azione, per poi fischiare allo stesso Bremer l’infrazione di 5 secondi a distanza di 5 anni dall’ultima fischiata in Italia (e oltretutto quei 3 sono gli unici dei 7 mila presenti ieri ad aver visto non valido il canestro di Fotsis sulla sirena dell’intervallo), sinceramente non è un arbitraggio degno dell’ultimo minuto di una partita così importante.

Ma siccome quando piove finisce che grandina, nell’ultimo minuto dell’altra semifinale arriva un fallo antisportivo opinabile a dir poco, sicuramente duro, fatto vedere certamente male ma comunque fatto vicino al pallone e non tirando una gomitata e poi su un incrocio tra 2 giocatori che si giocavano la palla sulla rimessa successiva arriva un altro fallo antisportivo. Insomma, l’arbitro ci va nello sport, ma il vero arbitro è quello che passa inosservato e che nell’ultimo minuto col punteggio in bilico, lascia il palcoscenico ai giocatori e non al suo fischietto. La finale sarebbe stata la stessa, ma era meglio se fosse arrivata da un’entrata delle sue di McCalleb e da una bomba ignorante di Basile, invece che dai fischi degli uomini in grigio.
 Scusate, ma sentivo proprio il bisogno di scrivere tutto questo. Caro basket, stavolta hai perso ma io ti amo lo stesso”. Claudio Chiambretti

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