di Redazione
17 febbraio 2012
Belen smutandata o diversamente mutandata, sul palco di Sanremo, è l’esatto bignami degli ultimi 20 anni d’Italia, tra parolacce, cafonate e corsa a chi urla di più (senza sapere, 9 volte su 10, cosa dice). E come scriveva Linus sul suo blog l’altro giorno “mi ricordano i meccanismi di certi programmi televisivi: brutti ma con qualcosa di così volgarmente eclatante da produrre numeri spropositati”.
Fortunatamente, a volte, i contenuti hanno ancora la meglio. Ripenso all’intervento di Matteo Ricci, presidente della nostra Provincia, a Matrix: lui a spiegare che la “Tassa sulla disgrazia” manda in corto circuito il principio di solidarietà, a livello nazionale, in caso di un’emergenza, che la neve caduta sulla nostra provincia è stato qualcosa di incredibile, che Urbino non è Cortina e Pesaro non è Pinzolo, perché qui, per chi non lo sapesse, siamo in centro Italia. E il vicesindaco di Roma, Sveva Belviso, che risponde con “Lo sa che lei è carino?”. Già un cult. Per Blob.
Stessa scena, qualche giorno dopo, a Mattino 5. Ricci a spiegare cosa vuol dire per una Regione, per un territorio, essere colpiti in questo modo e il solito personaggio che, senza sapere esattamente di cosa sta parlando, che urla e parla sopra. Poi, un brutto giorno, nevica a Roma e piove in Piemonte, e anche altri si accorgono cosa voglia dire gestire un’emergenza, fare i conti con essa, aumentare per l’ennesima volta le accise. Così vicini, così lontani: l’Italia, mai come ora, appare un paese con altri 5-10-100 paesi diversi al suo interno, con persone che spesso non sanno che cosa stanno vivendo le altre Italie.
Per fortuna, qualche volta, i contenuti hanno ancor la meglio: la Corte Costituzionale ha accolto ieri le argomentazioni avanzate dal Governo regionale, dichiarando incostituzionale la tassa sulle disgrazie (per intenderci, il decreto inserito dal Governo Berluscono nel Milleproroghe che imponeva alle Regioni di deliberare aumenti fino al massimo consentito dei tributi di competenza in caso di dichiarazione dello stato di emergenza: tradotto, le accise sulla benzina). Tra le motivazioni si legge quello che Ricci aveva spiegato quella sera a Canale 5, ovvero che “l’obbligo di aumento pesa irragionevolmente sulla Regione nel cui territorio si è verificato l’evento calamitoso, con la conseguenza che le popolazioni colpite dal disastro subiscono una penalizzazione ulteriore”.
gia.mur.
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