Bagnini e liberalizzazioni: “Dateci certezze per continuare a lavorare”

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31 gennaio 2012

Assemblea della categoria nei prossimi giorni e poi un incontro con il ministro

 

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PESARO – Le imprese turistico-balneari della provincia di Pesaro e Urbino si mobilitano. Il decreto liberalizzazioni, che riguarda direttamente anche le concessioni demaniali, sta mettendo in discussione molte delle attività del settore. E per questo sono molti i concessionari di spiaggia che a questo punto chiedono certezze circa il futuro dei loro investimenti e delle proprie attività. Per questo la categoria si riunirà a Pesaro nei prossimi giorni, prima dell’incontro convocato dalle associazioni di categoria di metà febbraio a Roma con i rappresentanti delle Regioni costiere e i ministri Gnudi e Moavero, rispettivamente al turismo e ai rapporti con le Regioni e alle politiche comunitarie.

Intanto i bagnini della Cna hanno elaborato un documento unitario da presentare al governo nel quale si tenta di spiegare la specificità delle attività di balneazione. Secondo la Cna, infatti, la centralità del turismo balneare si verifica proprio se si analizza la domanda turistica. Infatti, le vacanze al mare continuano a essere quelle di gran lunga preferite sia dai turisti italiani che da quelli esteri. Anche i recenti dati offerti dall’Osservatorio nazionale sul turismo italiano Isnart-Unioncamere confermano che, nello scorso anno, come del resto negli anni precedenti, le località balneari hanno accolto circa il 56,9% dei soggiorni di svago. Questo dato conferma il rilievo empiricamente riscontrabile anche in provincia di Pesaro e Urbino secondo il quale, per la parte di gran lunga più rilevante della domanda turistica sia nazionale che estera, la “vacanza” è sinonimo di “vacanza al mare”. E un’analisi anche solo superficiale di questo particolare tipo di vacanza, ci permette di verificare il peso crescente che, nella “vacanza al mare”, ha assunto la spiaggia e i suoi servizi.

Non vi è – dice Sabina Cardinali, presidente provinciale dei concessionari di spiaggia della Cna – chi non veda come il turista balneare sia sempre più interessato e sensibile alla quantità e qualità dei servizi offerti. Non ci si accontenta più che la spiaggia sia pulita, dotata di servizi igienici essenziali, che il bagno in mare si svolga in condizioni di sicurezza e che i tradizionali servizi (cabine, spogliatoio, lettini, ombrelloni, zone ombreggiate, ecc.) siano di qualità. Il bagnante ora richiede anche la presenza di servizi per la somministrazione (aree per il picnic, bar, ristoranti, ecc.), che siano organizzate attività di animazione (sportive, ricreative, miniclub e piscina per i bambini, eccetera), che siano forniti servizi ormai quasi indispensabili come il wifi o inerenti la salute e l’igiene. In definitiva, la giornata al mare, per il turista significa non solo fare il bagno in mare e prendere il sole ma anche la ricerca di una occasione di relax, di divertimento e di rigenerazione psicofisica“.

La soddisfazione di questa domanda divenuta sempre più esigente – aggiunge Antonio Bianchini, responsabile provinciale dei concessionari di spiaggia Cna – ha costretto le imprese del settore (in primo luogo gli stabilimenti balneari ma anche ristoranti, campeggi, alberghi ecc.), ad investire, nel corso di decenni, risorse crescenti per moltiplicare e migliorare i servizi balneari offerti ed accrescere sempre più l’impegno e la fidelizzazione di intere famiglie nella loro gestione”.

Il modello normativo italiano per queste tipo di imprese (nella quasi totalità si tratta di piccole aziende a conduzione familiare) è stato costituito da una concessione di durata assai limitata (stagionale, poi quattro e infine, dal 2001, sei anni) la cui precarietà temporale era però eliminata dal riconoscimento del diritto di preferenza, poi insistenza e quindi rinnovo automatico, riconosciuto al precedente concessionario e ciò all’esclusivo fine di incentivarlo all’attività e agli investimenti nel settore. Secondo Cna è certo che senza questo diritto di insistenza (ex articolo 37 del Codice della navigazione) non sarebbe sorto il fenomeno economico e sociale della balneazione attrezzata italiana.

Non stiamo qui a ricordare, la sequenza delle messe in mora , né il lungo iter di provvedimenti di questi anni per cercare di regolamentare l’attività di concessioni. Diciamo solo che è in questo contesto di incertezze e confusione che si è dipanata, negli ultimi 3-4 anni la vicenda delle concessioni demaniali ad uso turistico ricreativo e che ha rappresentato per le imprese una specie di dialogo tra sordi con il governo. Anzi, considerando il valore assoluto che la concessione demaniale ha per le imprese, ne è risultata quasi una sorta di “persecuzione” che rende sempre più diffidenti e sospettosi, oltre che drammaticamente preoccupati, i concessionari. Stato d’animo che è inevitabilmente foriero di tensioni, che rende difficile anche i rapporti istituzionali, ma che ha ben la sua ragione d’essere.

Per questo vogliamo confrontarci con il Governo per porre le premesse e i presupposti per la difesa di questo importante settore dell’economia nazionale e dare continuità alle imprese“.

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