di Redazione
30 dicembre 2011
Il direttore di Confcommercio dichiara guerra al Comune di Pesaro sulla tassa di soggiorno. Preoccupazione sulle banche e contrazione dei consumi
PESARO – Attacco frontale della Confcommercio al Comune di Pesaro sulla tassa di soggiorno. Critiche erano arrivate dall’associazione fin dalla paventata introduzione, ma quanto detto stamattina dal direttore provinciale Amerigo Varotti va oltre. “Auspichiamo che la tassa di soggiorno non si applichi mai, a maggior ragione nel 2012, anno per cui i contratti con tour operator e circoli sono già fatti – ha dichiarato – In alcuni Comuni del territorio si è aperto un dibattito tra le istituzioni e le associazioni di categoria, non a Pesaro dove il sindaco Ceriscioli considera la tassa di soggiorno uno strumento per fare cassa come l’Imu e l’addizionale Irpef“.
Poi l’avvertimento: “Il 2012 potrebbe essere l’anno della rottura tra noi di Confcommercio e il Comune di Pesaro. Se venisse introdotta la tassa senza la benché minima concertazione, dal giorno seguente andremo a fare le pulci all’ente. Andremo a vedere i conti del Comune di Pesaro denunciandone gli sprechi. Per ora dico che avere una giunta con 11 assessori non sta né in cielo né in terra in un “paesone” di nemmeno 100.000 abitanti. Ci sono città che hanno il triplo o il quadruplo degli abitanti ma meno membri di giunta“.
NO AL LIBERO ARBITRIO
Varotti s’è poi concentrato sulle liberalizzazioni, pronunciando il secco no dell’associazione che dirige all’apertura incondizionata delle attività commerciali anche nei giorni festivi. “Liberalizzare non significa libero arbitrio, non vuol dire che ognuno possa fare quel che vuole. Dare la libertà completa di aperture domenicali e festive è un errore perché non serve alla crescita del Paese. Anzi è un modo per mettere in difficoltà le piccole attività, non portando benefici nemmeno al sistema della grande distribuzione“.
“Liberalizzazioni sì ma per tutti – ha continuato il direttore provinciale di Confcommercio – Di fatto siamo l’unico settore liberalizzato già dal 1998. Sento dire stupidaggini come quando si parla dei distributori di carburante. La verità è una: dei 1,717 euro al litro di benzina (prezzi Agip di stamane), al gestore rimangono solo 4 centesimi. E il margine è il medesimo anche quando il prezzo del carburante aumenta“.
SIAMO GIA’ IN RECESSIONE
“Il dato di settembre indica che noi siamo già in recessione – il monito di Amerigo Varotti – C’è stato un calo di 1,6 punti percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con contrazioni nei consumi anche nel settore alimentare, non solo sui beni voluttuari. I dati natalizi poi sono negativi e lo abbiamo detto. Noi confidiamo molto nei saldi che nelle Marche iniziano il 5 gennaio, però provvedimenti come la tracciabilità dei pagamenti sopra i 1.000 euro hanno disorientato il consumatore. E, a che ne dicano i Soloni, il 53% del Prodotto interno lordo del Paese deriva dai consumi interni“.
ATTIVITA’ ETNICHE E BANCHE
Prendendo i dati dell’ente camerale di settembre che indicano come, nonostante il saldo globale di ditte iscritte al registro delle imprese sia negativo (-99 imprese in un anno), il settore del commercio ha tenuto (+28 imprese, che diventano +59 nel turismo e ristorazione, +64 nell’immobiliare, +47 nel noleggio e agenzie viaggi), Varotti ha parlato di turn over delle attività commerciali. “Molte, soprattutto quelle storiche del centro, chiudono, altre aprono i battenti. Solo a Fano gestiamo i servizi per 47 imprese cinesi che, devo dire, sono anche molto precise. Abbiamo già chi per noi scrive in cinese per comunicare con loro, ma nel 2012 pubblicheremo una guida per le attività commerciali in varie lingue. E poi daremo vita a un sindacato delle imprese etniche“.
L’ultima battuta è sulle banche, di cui il direttore di Confcommercio dice: “Il loro comportamento ci preoccupa. A settembre abbiamo fatto un’iniziativa legata al nuovo piano alberghi del Comune di Fano e ben 27 albergatori hanno presentato le schede per effettuare lavori di ammodernamento e ampliamento alle loro strutture. Volevamo stringere un accordo con una banca che invece ci ha risposto che fino al 31 dicembre non avrebbe erogato finanziamenti nemmeno per un euro. C’è bisogno che gli istituti di credito aiutino le imprese. E’ auspicabile, inoltre, che il fondo per il sostegno al credito che sarà introdotto dal governo non vada sempre nelle mani della grande impresa“.
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