Conquistati da Luciano Pedullà

Scavolini Pesaro-Bergamo, Luciano Pedullà

Luciano Pedullà (foto Gennari)

di Luciano Murgia

PESARO – Metti una sera a cena con Luciano Pedullà. I giornalisti che seguono le sorti della Scavolini Volley e il nuovo coach biancorosso si sono ritrovati da Donn’Amalia, che un tempo era il covo delle colibrì. Ciro, il gestore del noto ristorante di Viale Trieste, ricorda che… “Portavamo bene, la Scavolini ha festeggiato qui il primo scudetto. Aspettammo fino a notte fonda la comitiva che arrivava da Perugia…”. Intanto, nelle sale di Donn’Amalia ha messo piede per la prima volta Luciano Pedullà. Una lunga serata, tra pizze e paccheri, acqua minerale e birra, ma anche una bottiglia di spumante offerta da Ciro per il brindisi finale.

Andare a cena dopo una bella vittoria è meglio che ritrovarsi a tavola a parlare di una sconfitta, ma – a prescindere dal risultato della sera prima in Polonia – era grande la curiosità di incontrare il Professore del volley italiano.

Passione, competenza, conoscenza, curiosità. E’ facile esserne conquistati. Lo stima nei suoi confronti arriva da lontano, dagli anni nelle serie inferiori quando Pedullà faceva crescere i gioielli della pallavolo femminile italiana, da Leo Lo Bianco a Paola Cardullo. Giovedì era il compleanno di Leo, ce lo ha ricordato l’allenatore che l’ha tirata su molto bene e che è legatissimo alla migliore palleggiatrice del volley mondiale. Ma è un time-out (un consiglio: durante le dirette delle partite della Scavolini, non perdete le parole del Professore: sono una lezione di tecnica e di psicologia) che ha fatto crescere la stima nei suoi confronti. Si giocava a Novara l’anticipo televisivo e la Scavolini aveva dominato il primo set, l’Asystel era… assente. A svegliarla furono le parole del coach: “Ragazze, se avete deciso di uscire stasera, state facendo di tutto per presentarvi in tempo”. Disse più o meno così. La reazione fu incredibile, Novara vinse 3 set a 1.

E’ una fortuna conoscere persone appassionate, in tutti i campi. E’ ancora più bello se – pure conoscendo tutto e tutti – hanno la curiosità indispensabile per migliorare ancora. Sono un esempio da seguire, non solo nello sport.

Espressa l’opinione personale, propongo quelle degli amici che hanno partecipato alla bella serata.

Marco Bedinotti, Tvrs e Media Service.
E’ una persona aperta, che non si nasconde dietro un dito, che affronta i problemi faccia a faccia, che è ricco di cultura. Sembra incredibile, ma è riuscito davvero a dare una svolta alla stagione, che se fosse continuata con Paolo Tofoli, al quale però rinnovo sentimenti di amicizia, sarebbe andata a rotoli. Luciano Pedullà è l’allenatore ideale per una squadra femminile, e sappiamo bene che non è un compito semplice”.

Camilla Cataldo, giornalista del Messaggero, corrispondente da Pesaro de La Gazzetta dello Sport, telecronista delle partite della Scavolini Volley su Tvrs.
Mi ha colpito l’umanità, la personalità spiccata, la disponibilità, l’esperienza, la saggezza, la pacatezza, la fermezza. E’ un vero papà, un uomo d’altri tempi, si avvicina moltissimo al mio modo di vedere la figura del coach, un vero punto di riferimento. Ha una vastissima conoscenza e una capacità non comune di porsi, leggere le situazioni e di capire l’interlocutore. E per fortuna anche e soprattutto quello di cui ha esattamente bisogno la squadra!”.

Luca Ciuffoni, Radio Incontro.
Pedullà mi ha colpito per il suo pragmatismo schietto. Di pallavolo ne sa a pacchi e da buon professore trasmette la sua conoscenza agli altri. Ma non lo fa per narcisismo o per missione divina. Lo fa per raggiungere un obiettivo ben preciso che passa per la crescita collettiva. È onesto e conosce le leve su cui agire per tirare fuori il meglio da ogni situazione. Inoltre, Pedullà è chiaro perché è chiara la sua percezione, le sue risposte sono precise e danno il senso della sua sensibilità e della sua coscienza. Per la Scavolini di adesso non poteva esserci tecnico migliore perché Pedullà è proprio un tecnico, un manuale vivente del volley. È di sicuro uno di quei professori che a scuola avresti odiato, per poi ricordarlo con simpatia e gratitudine col passare degli anni”.

Matteo Diotalevi, esperto di volley della redazione pesarese del Messaggero.
Seduto al fianco di un professionista del volley. Non un dettaglio su una giocatrice che gli sfugga, non un risultato di una partita giocata da una sua squadra che non ricordi. Incredibile quanta passione nutra per il volley, che di certo non considera solo un lavoro. Un tecnico che ama questo sport tanto da lavorare ogni giorno in palestra non solo per far crescere la sua squadra, ma l’intero movimento. Primo tifoso della nazionale italiana e grande sostenitore dei giovani talenti azzurri. E’ un gran signore nel giudicare e criticare giocatrici, allenatori e squadre avversarie. Ha una sua precisa idea di come una squadra deve essere messa in campo, ma mai si azzarderebbe, almeno in pubblico, a dare giudizi negativi su chi la pensa diversamente da lui”.

Mirko Facenda, il Corriere Adriatico e Radio Città.
Di coach Luciano Pedullà mi ha colpito la grande umiltà, la conoscenza e preparazione tecnico tattica, ma anche la voglia di imparare che ancora ha per conoscere sempre meglio tutte le sfaccettature della pallavolo e di conseguenza le giocatrici impegnate non solo in Italia, ma anche in giro per il mondo. Anche a livello mentale è un grande e i risultati ottenuti con giocatrici come Barcellini, ma non solo con lei, lo dimostrano. Davvero una bella serata, da cui sono uscito arricchito come persona e giornalista e spero che presto la cosa si possa ripetere”.

Alessandro Mainoldi, cronista di Radio Incontro che trasmette in esclusiva le partite della Scavolini Volley.
E’ un gran signore, molto preparato, ama stare con i piedi per terra, ma è anche ottimista, e in fondo non guasta, perché a fine serata ci ha detto: “Qui lo dico e qui lo nego: Busto Arsizio parte bene ma non decolla; Villa Cortese non vince mai, Bergamo è in difficoltà… Per cui…”.

Giacomo Mariotti, ufficio stampa della Robur.
E’ un uomo innamorato del proprio lavoro, e sa trasmettere questa sua passione agli altri: una delle caratteristiche che amo di più nelle persone. Ha saputo dare uno scossone ad un gruppo preda di insicurezze e forse anche in crisi di fiducia. Sembra proprio l’uomo giusto per questa squadra, ancora giovane e con tanta strada da fare. Meriterebbe, finalmente, uno scudetto, e perché non qui a Pesaro?”.

Beatrice Terenzi, esperta di volley del Resto del Carlino.
Quello che mi ha colpito di più di Luciano Pedullà è stato lo spessore non solo come allenatore, ma come persona. Il carisma, la somiglianza nel modo di fare a Zé Roberto.Il Professore è umile, ma un personaggio di grande cultura. Un sapere che non si limita alla pura conoscenza del volley, ma va al di là. E’ stato un piacere ascoltarlo durante la cena con la stampa locale al Donn’Amalia. Un’occasione per conoscerlo meglio, ma nel rispetto ognuno dei propri ruoli”.

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