La Scavolini ritrova la Dynamo Mosca

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30 novembre 2011

Luciano Pedullà e Francesca Ferretti

Luciano Pedullà a Francesca Ferretti a colloquio nella Sala Dedalo dell'Hotel Flaminio

di Luciano Murgia

PESARO – Si riparte da dove era iniziato un sogno, prima che una malefica strega di nome Destinee Hooker risvegliasse tutti. Ritorna la Champions League e la Scavolini è ancora una volta ai nastri di partenza. Pesaro può essere orgogliosa, va a sfidare la Dynamo Mosca, la Crvena Zvezda di Belgrado e la Fakro Muszyna.

Si riparte dalla Dynamo Mosca, la fortissima squadra – rinforzata dalle italiane Gioli e Costagrande – che la Scavolini, sovvertendo un pronostico troppo a senso unico, eliminò clamorosamente, vincendo sia a Pesaro che a Mosca. Facendo un bilancio sportivo, quella vittoria è l’ultimo grande successo delle colibrì, anche se la pietra miliare resta la difficilissima qualificazione, a spese del Volero Zurigo, alle Final Four di Istanbul. Con tutto il rispetto, però, il Volero Zurigo non fa parte della storia della pallavolo mondiale, la Dynamo Mosca sì. Lo ha sottolineato, un paio d’ore fa, anche Luciano Pedullà, nuovo coach della Scavolini che fa il suo esordio sulla panchina pesarese affrontando quella che sembra la squadra più forte del girone E di Champions League.

Una squadra fortissima, che è nella storia della pallavolo, non solo europea, mondiale. Propone grandissime campionesse quali Goncharova e Perepelkina. Noi affronteremo la Dynamo con tenacia e rispetto, ma senza alcun timore. Si tratta certamente di una partita importante sotto ogni punto di vista…”.

E’ stata la Sala Dedalo dell’Hotel Flaminio, dove alloggiano sia la comitiva della Dynamo Mosca che coach Pedullà, a ospitare la conferenza stampa di presentazione della partita in programma giovedì sera (PalaCampanara ore 20,30, diretta su Sportitalia). Hanno partecipato l’assessore allo Sport della Provincia di Pesaro e Urbino, Massimo Seri, e quello del Comune Enzo Belloni. Seri ha salutato coach Boris Kolcins e il team manager Andrey Vetrov, offrendo loro in segno di amicizia una confezione di olio dell’Azienda Orazietti.

A fare gli onori di casa il presidente Giancarlo Sorbini.
Siamo davvero orgogliosi di iniziare contro una squadra così forte. E’ un onore per la nostra città ospitare una compagine così titolata”.

Kolcins ha ringraziato parlando in italiano, “la lingua della pallavolo mondiale. A proposito, complimenti alla vostra nazionale per la vittoria nella World Cup in Giappone. Parlo italiano perché ho lavorato per vent’anni nel volley maschile e ho allenato anche Matej Černic. La pallavolo russa parte ogni anno per vincere, ma la Champions League ci manca da troppo tempo (1994/95, Uraločka; ndr). Anche la Dynamo si è messa al lavoro per vincere campionato e coppa in Russia e Champions League. Non è un compito facile, perché siamo insieme solo da due settimane. Prima, sei ragazze erano in nazionale. E altre squadre puntano a fare bene, da Kazan all’Uraločka al Krasnodar. Siamo reduci da una bella vittoria in campionato (3-2 con Krasnodar: 29-27; 19/25; 25-16; 16/25; 15-12), ma in classifica siamo dietro, tra il terzo e quarto posto…”. In verità, la Dynamo è quinta anche se a parità di vittorie (3-1) con chi la precede (Uraločka, Krasnodar, Novyi Uregonoy e Saratov) per un peggiore rapporto set vinti-persi (11-8).

Abbiamo fatto qualche passo falso, e sappiamo che anche la Scavolini ha avuto un inizio difficile tanto che ha cambiato allenatore. Tutto questo è un pericolo per noi, siamo preoccupati. Abbiamo studiato la Scavolini, anche se le vostre partite vengono trasmesse quando da noi sono le ore 23. Di una cosa sono certo: il volley italiano è di altissimo livello”.

Che volley proponete?
Quello tipico delle squadre russe: attacco e muro, un po’ meno difesa”.

Prima della conferenza stampa abbiamo chiesto al team manager Vetrov se è vero – come abbiamo letto i giorni scorsi – che la Dynamo ha firmato Angelina Grün.
Sono solo voci che sono arrivate anche a noi, ma, come potete chiedere anche all’hotel, Angelina non è con noi. Se volete maggiori informazioni, rivolgetevi al coach”.

Allora coach, cosa ci dice di Grün?
Che sono all’oscuro di questa vicenda. I dirigenti non mi hanno detto niente, ma se stasera mi chiamassero per informarmi che Angelina giocherà con noi farò una grande festa”.

Rispetto alla scorsa stagione, la Dynamo ha confermato le sorelle Valeriya e Nataliya Goncharova, attaccanti, Maria Perepelkina, attaccante, Svetlana Kryuchkova, libero, Anna Matienko, palleggiatrice, e le attaccanti Ekaterina Krivets e Yulia Merkulova. Quest’ultima è alta 2,02. Sono arrivate la bulgara Eva Yaneva e la cubana Yaima Ortiz.

Luciano Pedullà è apparso soddisfatto dei primi allenamenti (martedì pomeriggio e questa mattina) con la sua nuova squadra.
Ho fatto i complimenti alle ragazze per come hanno risposto: attente, reattive, combattive. Le sensazioni ricavate sono buone. Visto che il mio collega ha parlato di una Dynamo che punta molto su attacco e muro, lavoreremo sui fondamentali per disinnescare questi pericoli. Siamo chiamati a difendere l’onore e la fama di Pesaro in Europa”.

Francesca Ferretti affronta per la prima volta da capitano la Champions League. Per fortuna, sta meglio, il gomito non le impedisce di allenarsi.
Mi sono fermata una settimana e ne ho ricavato importanti benefici. Non è facile allenarsi con in testa il tarlo del problema fisico. Ci attende una squadra tosta, ma la affronteremo tranquille. Quest’anno non siamo tra le favorite, non abbiamo l’obbligo di vincere a tutti i costi. In palestra ho visto qualcosa di diverso, che non vuole dire che con Paolo Tofoli mancava, ma solo che quando si cambia allenatore ci si sente più responsabilizzate”.

Coach Pedullà torna in Champions League dopo le Final Four di due anni fa, a Cannes, vinte da Bergamo che aveva eliminato Pesaro. L’Asystel Novara, invece, era riuscita nell’impresa di superare le fortissime russe dell’Odintsovo. Giovedì sera ritrova una squadra russa. “Che affronteremo giocando con il cuore, per ritrovare la fiducia di noi e di chi ci guarda, per conoscere i nostri limiti e provare ad andare sino in fondo”.

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