di Luciano Murgia
PESARO – Il computer che ha compilato il calendario del campionato 2011/12 della serie A di basket non avrebbe potuto decidere meglio. Ovvio che non potesse prevedere gli infortuni di White e Traini, ma scegliendo l’EA7 Emporio Armani Milano per il debutto casalingo della Scavolini Siviglia ha fatto felici gli appassionati tutti, non solo gli abbonati alle partite casalinghe della Vuelle.
In un colpo solo l’appuntamento di domani sera (ore 18, diretta La7 con le voci di Ugo Francica Nava e Gianmarco Pozzecco; arbitri Cerebuch, Tola e Capurro) propone il ritorno di Sergio Scariolo “el señor scudetti”, la prima in trasferta di Danilo Gallinari e la sfida di Pesaro a Milano. La provincia contro la metropoli, direbbe Bianchini. E Scariolo cosa pensa?
“Che è la riproposizione di un destino antico… All’inizio non mancherà l’emozione, poi dovrò pensare a una partita che s’annuncia durissima. Questo, più di altri, è il momento in cui i valori delle squadra s’avvicinano. Poi spero che prendendo il ritmo giusto, migliorando l’amalgama della squadra, emergano con più decisione quelle che almeno sulla carta sono le differenze di talento. Oggi, però, soprattutto fuori casa, prevedo una battaglia per avere ragione della Scavolini Siviglia in una partita che s’annuncia complicatissima”.
Nelle settimane di Bryant, voi avete proposto i fatti, riportando a Milano Danilo Gallinari.
“Fin dall’inizio, Danilo ha rappresentato l’unica eccezione ipotizzata, che potevamo ammettere in deroga a un principio che peraltro non abbiamo sbandierato. Danilo rappresenta una situazione completamente diversa. E’ bastata una settimana di ambientamento con la squadra per accorgermi che avevamo ragione. Sembra che Danilo non sia andato mai via da Milano, che non abbia mai lasciato il gruppo. E’ tornato con una naturalezza, con un’umiltà, con una classe senza pari. Gallinari, però, non è la torta, ma una ciliegiona, viste le sua grandi qualità. La torta deve essere l’identità di squadra ancora da costruire. I lavori sono in corso”.
Dopo una lunga assenza, Sergio ritorna arricchito come persona e come allenatore: scudetti, coppe, campionati europei. Un coach al top continentale. Invece, la pallacanestro italiana vive un momento difficile: come pensa di ritrovarla?
“A questa domanda risponderò volentieri fra qualche mese. Al momento fatico a capire la mia squadra, immaginate se posso permettermi di esprimere opinioni sull’intero movimento. Posso solo dire che fra 17, Bryant e arbitri ho avuto un bell’impatto. Non posso dire “Benvenuti al sud”, perché io vengo proprio dal sud, visto che casa mia è a Marbella, ma sicuramente in una realtà molto differente”.
La realtà la porta a Pesaro… chissà quanti pensieri alla vigilia. Certo sarebbe stato più emozionante il vecchio hangar di Viale dei Partigiani.
“Assolutamente. Mi ha emozionato rimetterci piede per il clinic di agosto, immaginate come l’avrei vissuto per una partita ufficiale”.