CAGLI – Sono a secco. I fiumi della nostra provincia sono ormai ridotti a piccoli torrenti fantasma. Particolare è il caso della frazione di Massa di Cagli che si è trovata per giorni a dover convivere con il caldo torrido e, contemporaneamente, senz’acqua nonostante per voce degli stessi abitanti le bollette siano sempre più care.
Ne hanno fatto le spese anche i ciclisti del memorial Capoccia: non c’era acqua per riempire le borracce dei 150 corridori partecipanti. Stesso scenarioa Cantiano e Pianello di Cagli dove il fiume Giordano oggi ha lasciato spazio solo a sassi bianchi. C’è ora chi punta il dito sulle captazioni indiscriminate che stanno distruggendo l’habitat naturale.
La drastica e progressiva diminuzione delle portate dei corsi d’acqua (200 litri/secondo per il fiume Metauro ieri), l’assenza di piogge da più di 30 giorni, unita alle alte temperature, hanno eroso e fatto “evaporare” una quantità rilevante d’acqua negli invasi Enel di Furlo, San Lazzaro e Tavernelle, che costituiscono la riserva idropotabile di emergenza. “Si va verso una situazione di carenza idrica diffusa su tutto il territorio – Alighiero Omicioli, presidente dell’Aato - che richiede l’intervento coordinato di diversi soggetti per l’emissione di direttive, che decretano lo stato di crisi, con le conseguenti e improcrastinabili azioni”.