15 aprile 2020
PESARO – C’è stata una questione umana. A dirlo è stato il dottor Letterio Morabito, direttore della Neurochirurgia nell’ospedale di Pesaro, una questione segnata “…da un senso di impotenza per aver dovuto, nelle prime due settimane di epidemia, scegliere quali persone far vivere e quali no“. Poi c’è un libro uscito nel dicembre scorso, intitolato “Vecchio a chi?”, che ha suggerito l’idea di dover integrare l’art. 3 della nostra Costituzione. Accanto a sesso, razza e religione dovrebbe essere aggiunto: “età”. Tutti con pari dignità sociale. Per tutelare la salute dell’individuo in modo primario e “fondamentale”. In queste settimane abbiamo assistito a come l’età possa diventare una discriminante per il diritto alla salute. Quasi il ritorno ad una sorta di diritto “naturale”, “originario”. E’ ora che la nostra Costituzione annoveri l’età fra le condizioni che rendono i cittadini uguali davanti alla legge.
Ecco di seguito il paragrafo stralciato da “VECCHIO A CHI? Vitalità nel Centro Socio Culturale – Salice Gualdoni – di Pesaro” di Daniela Mantini e Stefano Giampaoli, copertina di Franco Fiorucci, stampato da Grapho5 – Fano, fatto pubblicare dal Centro “Salice Gualdoni” (Via Petrarca, 12 Pesaro Tel. 0721 392158 www.salicegualdoni.it) presso il quale potrete chiedere copia gratuita se ancora disponibili.
Integriamo l’art. 3 della nostra Costituzione!
Il principio dell’uguaglianza formale e sostanziale fra tutti i cittadini è sancito dall’art. 3 della nostra Costituzione. Questo articolo è uno dei più importanti e noti ma ci piace qui ricordarlo:
Art. 3. – Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Noi soci del Centro Socio Culturale Salice Gualdoni di Pesaro vogliamo oggi, con questo libro, molto umilmente ma anche fermamente affermare che il Costituente ha purtroppo dimenticato di menzionare una categoria molto importante; quella dell’età.
Consapevoli che l’età è ciascuno dei periodi in cui si divide la vita umana, noi proponiamo una modifica costituzionale per integrare il primo comma dell’Art. 3 con l’inserimento della categoria sociale dell’età.
Siamo convinti che la concettualizzazione della categoria astratta dell’età rappresenti un valore immanente ma attuale, talmente attuale che storicamente il Costituente non potesse prevedere e pertanto considerare. Suggeriamo quindi che l’Ordinamento si adegui alla dinamicità dei tempi contemporanei.
Oggi che l’età può costituire una discriminante fra le persone come elemento o circostanza che differenzia i cittadini che dovrebbero tutti avere pari dignità sociale, riteniamo urgente l’intervento del Legislatore.
Lo sosteniamo noi anziani, appartenenti alla terza o alla quarta età, che costituiamo, al pari degli infanti e degli adolescenti, una categoria che abbisogna di tutele speciali.
Noi che siamo consapevoli dell’evoluzione psicologica che attraversa le diverse età in rapporto a differenti aspetti della personalità perché, le diverse età, le abbiamo vissute.
Noi del Centro Socio Culturale Salice Gualdoni che apparteniamo alla comunità pesarese e che siamo convinti, al pari del nostro sindaco Matteo Ricci che: “In un momento di crisi gli sforzi sono per uscire dalle difficoltà, ma anche per rimettere in fila i valori”. (1)
Ricordiamo che Il secondo comma dell’Art. 3 riguarda l’uguaglianza sostanziale: prevede cioè che lo Stato si impegni attivamente dal punto di vista politico, economico e sociale per eliminare le discriminazioni.
Quindi, oltre che dal punto di vista del diritto, la nostra Costituzione sancisce l’uguaglianza di fatto dei cittadini e affida allo Stato il compito di crearne le condizioni.
La seconda parte dell’articolo 3, poi, parla di «pieno sviluppo della persona umana», che ricorda un po’ la famosa formula della «ricerca della felicità» contenuta nella Dichiarazione d’indipendenza americana.
Quale miglior opportunità quindi se non quella di prescrivere l’obbligo per lo Stato di impegnarsi perché tutti i suoi cittadini (compresi i nonni) abbiano la possibilità di realizzare le proprie aspirazioni?
- Matteo Ricci, L’Italia alla ricerca della felicità, con Francesco Nonni, AIEP Editore, 2013
“gli anziani sono i nuovi perseguitati, gli ebrei del Duemila”. Con questa forte provocazione Massimo Fini sul Carlino di oggi ha posto la stessa problematica. Andate a leggere la su intervista a pag. 13 del nazionale.