di Redazione
13 giugno 2017
PESARO – Pesaro Urbino è la provincia marchigiana che cresce di più sul fronte dell’export: secondo i dati Istat, relativi al primo trimestre di quest’anno, elaborati da Aspin 2000, il fatturato delle esportazioni di merci pesaresi ha toccato quota 574,6 milioni, con un incremento del 4,8% rispetto allo stesso periodo del 2016. La media di crescita del nostro fatturato è largamente superiore a quella delle Marche (+0,9%) e inferiore al dato nazionale, che è stato +9,8%. “Un bel segnale, con Francia, Stati e Germania che si confermano i primi tre mercati di sbocco – ha commentato il presidente della camera di commercio, Alberto Drudi –. E’ la conferma di un trend positivo, che già da qualche mese ha ricollocato i valori del nostro export sui livelli di pre-crisi”.
La meccanica continua a essere il settore trainante dell’economia provinciale: 166,2 milioni esportati nel periodo gennaio-marzo, con una crescita a due cifre (10,8%). “Ancora più significativo – ha fatto notare Drudi – è il dato dei Paesi di sbocco del settore: gli Stati Uniti sono cresciuti del 30,4% (16,3 mln. ) e diventati il primo mercato di riferimento per l’industria meccanica. Seguono Germania (14,1 mln. e +37,2%), Francia e Polonia, quest’ultima cresciuta del 48,9% (10 mln. esportati nel trimestre)”. Va, inoltre, segnalata la ripresa in Cina: 6,7 mln. con una crescita del 69,3%, “un mercato ancora troppo oscillante, ma che ha dato concreti segnali di recupero”.
Inattesa frenata del settore dell’arredamento, che perde 9,4 milioni, passando da 75,3 mln. del primo trimestre 2016 a 65,7 mln. di quest’anno (-12,6%). Il dato è fortemente influenzato dal calo delle esportazioni negli Stati Uniti, dove i nostri brand hanno perso il 23,8% di fatturato, toccando quota 6,6 mln. (erano stati 8,6 mln. nello stesso periodo del 2016). La Francia resta comunque il primo mercato di sbocco sia pure con una lieve flessione del fatturato (-3,0% e 13,3 mln.). “C’è una estrema prudenza delle nostre aziende del mobile verso il mercato inglese – spiega Drudi -, dove si è registrato un calo percentuale del 23,8%”.
Quanto agli altri settori, l’agro-alimentare ha chiuso il primo trimestre con una crescita del fatturato del 14,1% (12,9 mln.), con la Francia che è diventato primo Paese di riferimento (2,4 mln. e +100%), scavalcando la Germania, dove il settore ha perso poco più del 33%. “In Canada – sottolinea il presidente dell’ente camerale, dove abbiamo svolto un’intensa attività di b2b, l’export è cresciuto del 124,7%, pur di presenza di un valore assoluto ancora non rilevante”. In lieve crescita, infine, il tessile-abbigliamento (46,7 mln. e +1,1%), che “conferma di essere un settore appetibile sui mercati esteri”, con Svizzera (7,4 mln. e + 56,7%) e Germania (5,2 mln. e +27,3%), che si trovano ai primi due posti della classifica delle esportazioni”.
Secondo Drudi, il dato positivo del primo trimestre di quest’anno va valutato anche alla luce della ripresa dell’export sul mercato russo: +32,3%, con un fatturato complessivo che è passato da 13,6 mln. a 18,1 mln., “una crescita per tutti i settori, ad esclusione di quello del mobile, il cui dato negativo del periodo è in larga parte legato alla crisi del mercato russo (export del settore a 4,9 mln. con una perdita del 13,8%), condizionato dal crollo del petrolio e del rublo che si somma alle tensioni con la Ue, per le quali auspico un impegno anche della Regione Marche che favorisca la distensione delle relazioni”. “L’ottimismo per il risultato complessivo del primo trimestre è d’obbligo – ha concluso Drudi –, ma dobbiamo continuare a spingere le aziende, soprattutto le più piccole, ad aumentare la propria vocazione ad esportare, anche attraverso un corretto uso delle tecnologie digitali”.
Lascia una risposta